Un uomo lo scegliamo perché è forte, coraggioso, leale e buono. Lo scegliamo, insomma, per le qualità che possiede, o che crediamo possegga. In seguito, ci sposiamo e abbiamo dei figli. Ma con loro tutto cambia. Loro, in effetti, è perché li amiamo – e soltanto nella misura con la quale li amiamo – che essi divengono forti, coraggiosi, leali e buoni. Fino ad allora amavamo il bene. Ora, lo abbiamo creato. O per lo meno abbiamo contribuito a crearlo.
Fino a qui eravamo parte ricevente. Ora diventiamo parte donante. Noi amiamo innanzi tutto gli altri nella misura in cui essi rispondono ai nostri desideri. Amore di egoistico che non è certo amore vero. Viene poi il tempo dei capovolgimenti quando muoiono i desideri affinché il dono di affermi.
Vivere con Dio è imparare ad amare gli uomini – tutti gli uomini – non più solamente per la bontà che essi hanno in loro stessi ma per quella che noi possiamo permettere loro di acquisire. Vivono veramente di Dio solo coloro che consentono ad amare i loro fratelli come li ama Dio: di un amore creatore.
da Minute oecuménique, Georges Juvet