Lina Ferrara
Il 30 aprile 2002, nella classe di Ministero per i Giovani dell’Hannibal-LaGrange College, in Missouri, gli allievi si stavano preparando per l’esame finale. Uno studente smise di lavorare presto, quel giorno, per avere del tempo di studiare prima di iniziare il test. Quando arrivò in aula, tutti stavano ripassando per gli ultimi minuti. Finalmente l’insegnante entrò e annunciò che l’esame sarebbe iniziato dopo un breve ripasso sul libro di testo. “Ripassammo alcune cose che non avevamo mai sentito né studiato prima, e quando lo facemmo presente all’insegnante questi rispose che si trattava di cose contenute nel libro. E noi eravamo responsabili di tutto il libro”, raccontò il giovane studente. Finalmente, arrivò il momento del test. “Lasciate i fogli a faccia in giù sul banco fino a quando tutti li avranno ricevuti. Al mio via inizierete”, spie gò il professore. Quando gli allievi girarono i fogli, con loro grande sorpresa scoprirono che… tutte le risposte erano già state completate! In fondo all’ultima pagina c’era la frase: “Sei arrivato alla fine del tuo esame conclusivo. Tutte le risposte del tuo test sono esatte. Il tuo voto finale è 10. Hai superato l’esame perché il creatore del test lo ha fatto per te. Tutto il lavoro che hai affrontato per la preparazione di questo test non sarebbe stato sufficiente per ricevere un 10. Hai appena sperimentato… la grazia”. Poi l’insegnante girò tra i banchi chiedendo a ogni studente: “Qual è il tuo voto? Meriti il voto che hai ricevuto? In che misura l’avere studiato per questo esame ti ha aiutato a prendere questo voto finale?”. “Ora, io non sono uno che si commuove facilmente, ma dovetti lottare per ricacciare le lacrime quando risposi a queste domande pensan do a come il creatore aveva superato la prova per me”, racconta lo studente. Nella discussione che seguì, il professore affermò: “Per tutto il semestre ho cercato di insegnarvi che ciascuno di voi è destinatario e beneficiario della grazia. Ho tentato di comunicarvi che avete bisogno di dimostrare questo dono quando lavorerete con i giovani. Non li martellate, ma aiutateli perché essi continueranno il vostro ministero se questo sarà pieno di Grazia!”. Poi, parlando del fatto che tutti avevano ricevuto lo stesso voto pur avendo alcuni degli studenti dedicato diverse ore allo studio e altri soltanto alcuni minuti, il docente ricordò una parabola di Gesù raccontata in Matteo 20. Il padrone di una vigna assunse delle persone per lavorare nel suo campo e concordò con loro una determinata somma. Durante la giornata assunse altri lavoratori in orari diversi. Quando arrivò il momento di pagarli, essi ric evettero tutti la stessa somma. I lavoratori della prima ora cominciarono a lamentarsi, ma il padrone disse: “Vedi tu di malocchio che io sia buono?” (Matteo 20:15). Era la prima volta che l’insegnante aveva dato un esame finale di questo tipo e probabilmente non l’avrebbe mai più ripetuto. “In questo semestre abbiamo tanto discusso in classe e ho sentito che avevamo bisogno di conoscere la grazia”, spiegò ai suoi studenti. “Avete ringraziato il vostro Creatore, oggi, per la grazia che avete sperimentato?”, concluse il professore.
E noi, abbiamo sperimentato nella nostra vita la grazia del Signore? Essa è il dono inestimabile che ci permette di essere nuovamente chiamati figli di Dio (Romani 6:16), eredi secondo la promessa (Galati 3 :29) e coeredi di Cristo (Romani 8:17).