<> (Luca 24:3-9). Sono diverse le parole che riassumerebbero questo brano, ne ho scelto una che evidenzia sia questi versetti sia la situazione nella quale sono inseriti. Si tratta del ricordo. Alle tre donne, momentaneamente senza nome, perplesse, rabbuiate forse dalla delusione, impaurite dalla situazione inattesa, si affiancano due uomini raggianti e sicuri di sé. Potrebbero cantar vittoria gli uomini, per la loro ennesima prova di superiorità, se dimenticassero (mancanza di ricordi) che quelli non erano uomini ma angeli! Sì, angeli, inviati speciali per un annuncio speciale: <>, come afferma F. Capone (<>, Focus, gen. 2001), è l’annuncio del miracolo della risurrezione. La cosa veramente straordinaria per me è che quest’annuncio s’inserisce, appunto in un ricordo. <>. è come un voler mettere a proprio agio, un entrare in qualcosa di familiare. Non vi è mai capitato di capire a stento un certo discorso solo perché non avete afferrato bene il soggetto? Bene, è quello che non succede alle tre donne. Addirittura il testo ci mostra come il miracolo è, non solo compreso ma anche annunciato in conformità a quel ricordo. <>. Il ricordo delle sue parole diventa allora il miracolo della condivisione e dell’azione di Dio fra gli uomini, e le donne fanno solo da tramite. Potrebbero cantar vittoria le donne per l’esclusiva di un annuncio inedito, se dimenticassero che la scelta di Dio non ha nessun tipo di condizionamento, neppure di sesso o di parentela (cfr. Luca 11:27,28). Certo, in un tempo in cui <> (ibid. ), questa scelta non dev’essere stata casuale. Ma che cosa lo è nei piani di Dio? Quelle donne non erano là per caso: cercavano un morto perché a suo tempo erano state con il vivo (cfr. Luca 23: 55). E quale non fu la gioia delle donne nel sapere che il loro Maestro morto era vivo! <>. Si stavano <> di ungere un corpo morto, quando avevano la possibilità di abbracciarne uno vivo! Certo, sarebbe stata immediata la gratificazione di fare qualcosa per il loro Signore, ma nella loro mente si accende un ricordo, o forse più di uno, che le porta verso una dimensione superiore. Il ricordo… questa è per me la chiave di lettura. Gli angeli hanno esaurito la loro missione; non c’è bisogno di convincerle, hanno la coppa piena e ora si versa agli altri, agli assenti. Senza quel ricordo, la delusione, la perplessità e la paura le avrebbero ferite, angosciate e bloccate. Bloccati… per mancanza di un ricordo: non potrà essere il nostro caso se avremo imparato, con Gesù in persona, a <> i nostri ricordi. <> <> (E.G. White, La Speranza dell’Uomo, p. 609). E quando ci capiterà di essere feriti, delusi, angosciati, impauriti, il ricordo dell’annuncio della risurrezione in quel mattino di Pasqua, continuerà il suo miracolo.