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Perdono e bisogno di stima

Francesco Zenzale
Aver fiducia in se stessi significa anche sentirsi bene con se stessi, essere indipendenti dagli altri, soprattutto indipendenti dalla loro lode, dalla loro approvazione. Di conseguenza, se dipendo dall’approvazione altrui, il mio sentirmi bene, a posto, sarà sempre soggetto all’umore altrui e indubbiamente, oltre ad assumere un comportamento tale da indurre gli altri ad avere una buona immagine di noi, avremo qualche difficoltà a manifestare misericordia. Infatti, scrive A. Cencini in Vivere riconciliati: “se veniamo a sapere d’una critica o – tanto peggio – d’una calunnia o nostro danno, ci sarà parecchio difficile perdonare, soprattutto se la stima che abbiamo di noi è ancora abbastanza instabile e povera, o eccessivamente dipendente da quel che gli altri pensano e dicono di noi, cioè della mia immagine sociale. Più ci si sente offesi, meno saremo disposti a perdonare, ma dovremmo chiederci: ‘sono risentito perché quel determinato atteggiamento è stato ridicolizzato o perché la mia persona è stata ferità?’. Chi ama profondamente un ideale per la sua validità intrinseca sa fare questa distinzione e all’occorrenza sa anche stare al gioco, non fa troppo l’offeso e riesce proprio attraverso il suo perdono a manifestare il valore in cui crede. Il risentimento eccessivo che impedisce il perdono, al contrario, non può mai essere originato da amore per il valore. C’è infine un’ulteriore situazione in cui il bisogno di stima diventa un ostacolo per il perdono: è quando avvertiamo che dobbiamo non solo perdonare, ma anche farci perdonare. In fondo il perdonare potrebbe farci sentire buoni, più buoni degli altri, gratificando cos’ il nostro narcisismo; ma se siamo abbastanza onesti da riconoscere la nostra responsabilità in quella determinata circostanza, allora la nostra stima trovare in una volontà di misericordia una minaccia. In realtà questa reciprocità nel dare e ricevere il perdono non è e non dovrebbe essere così rara. Spesso, infatti se siamo stati offesi ne possiamo aver dato occasione, e se abbiamo ricevuto un torto possiamo averne posto le premesse con indelicatezze o omissioni. Quando perdoniamo abbiamo sempre qualcosa da farci perdonare. Ecco perché è così difficile il perdono! Tanto più difficile quanto meno siamo coscienti del bisogno di farci perdonare” (p. 82).