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Perché siamo nati? (quinta parte)

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Mt 22:37-39).
La quinta ragione per cui siamo stati posti su questa terra è che siamo stati creati per amare.
Non amare significa morire. Le persone che professionalmente hanno successo e non hanno scoperto la vera dimensione dell’amore vivono sì, ma come se fossero morte. August Aguillar scrisse: “L’uomo é condannato ad amare, perché quando non sceglie di farlo rimane nella solitudine e nella distruzione”.
“Molti uomini e molte donne hanno il cuore duro perché l’affetto è stato considerato come una debolezza e quindi represso. Le buone disposizioni di queste persone sono state soffocate durante la loro fanciullezza, e se la luce dell’amore di Dio non infrange il loro freddo egoismo, la loro felicità sarà per sempre perduta” (E. G. White).
Io credo che questo sia vero, che la vita abbia senso solo quando ci doniamo, quando amiamo e ci lasciamo amare. Dio, che è amore, ci ha creati per questo proposito.
Se vogliamo godere della pace, della piena felicità, dobbiamo organizzare la nostra vita orientandola secondo l’esperienza di Cristo: egli amava e si lasciava amare. Questo ci aiuterà non solo spiritualmente, ma anche fisicamente ed emotivamente.
Le persone con pochi amici e che evitano i familiari, che non amano e non si lasciano amare hanno un tasso di mortalità due volte maggiore di coloro che invece vivono bene con se stesse e con gli altri.
Già Anseiller, lo specialista e inventore della parola stress, ha constatato che molte persone amabili, comprensive e che offrono attenzione agli altri hanno molto meno stress. Questo specialista fu il primo a scoprire che quando offriamo calore umano agli altri il nostro corpo produce un ormone chiamato endorfina che è un ormone del benessere.
Se vogliamo dare un senso alla vita, dobbiamo avere nell’intimo ciò che Dio ha più a cuore: amare e lasciarsi amare. Chi non ama e non si lascia amare è condannato a un’esistenza fragile, priva di significato. Più ci chiudiamo in noi stessi, nel nostro mondo, sgradevole o piacevole che sia, più la vita perde valore.
Jean Lacroix, diceva: “L’amore impone una disarticolazione anticipata di se stessi, ma quest’atto così difficile è anche una nuova creazione, perché è come mettere un altro dentro di noi, che diventa più importante di noi stessi. Amare é morire per poi risuscitare”.
Arriverà il giorno in cui il vostro medico vi consiglierà esercizio fisico regolare, alimentazione sana e un gesto amico nei confronti di qualcuno.