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Pensaci. Vivere Cristo

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
L’apostolo Paolo scrive: “La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e c’insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesú” (Tito 2: 11-13); “Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21).
– Vivere in Cristo, significa guardare alla vita con intelligenza, lasciandosi guidare da quel legame forte, che abbiamo stabilito con lui, che continuamente ci rimanda le nostre parole e i nostri gesti dopo averli misurati con le sue parole e i suoi gesti.
– Vivere in Cristo, significa lasciarsi guidare da quella relazione che ci proibisce di chiuderci nella depressione o nel delirio annichilente in favore di una curiosità e un’apertura, che è simile a quella che Dio ha nei nostri confronti.
– Vivere in Cristo vuole dire lasciarsi guidare da quel vincolo che ci spinge ad amare la vita alla presenza delle più profonde contraddizioni e che soprattutto ci spinge a rendere vivo il legame tra noi quando ci scopriamo intenti a realizzare un piccolo o grande progetto in vista della beata speranza del ritorno di Cristo.
– Vivere Cristo significa dare al “presente” un significato escatologico. Gli esseri umani vivono nel tempo. Gli avvenimenti e i fatti si susseguono continuamente e ciò che appartiene al passato non si può recuperare. É impossibile tornare nel passato e rivivere gli avvenimenti vissuti. Esiste solo il presente, che dura una frazione di secondo e che si trasforma costantemente e inevitabilmente in passato. Davanti a noi esiste sempre il futuro, ciò che ancora non è. E grazie all’esistenza del futuro noi possiamo vivere di speranza, senza smettere di confrontarci con la sfida dello sviluppo delle nostre potenzialità.

“Diletti, ora siamo figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giovanni 3: 2).