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Pensaci. Perché vivere?

Francesco Zenzale
Stavano presso il caminetto del dottore Paul Tournier e si sentivano uniti da una profonda amicizia. Il giovane ricordava le sue difficoltà, quell’angoscia che mai lo abbandonava e che talvolta si trasformava in panico e in sconforto; si sforzava di vedere chiaro in sé, di capire che cosa gli stesse succedendo. Ad un tratto, proprio per riassumere i suoi ragionamenti, gli disse con aria penosa: “In fondo, cerco sempre un luogo”. La chiesa lo aveva deluso, il comunismo altrettanto, i piccoli circoli esistenziali non fecero di meno. Continuava a cercare una comunità e sempre ne usciva deluso. E così ancora una volta davanti al caminetto, dopo anni di sofferenza, di ricerca affannosa del motivo per cui vivere ed essere felice, disse: “Sono sempre alla ricerca di un posto”.
Qual è il senso della vita umana? Del nascere, del vivere e del morire?
Le Sacre Scritture presentano Giobbe come un uomo saggio, impegnato socialmente, generoso, benestante e religioso, che si trovò, per una serie di eventi calamitosi, nella povertà e con un profondo senso di smarrimento psicologico, sociale e spirituale, provocato, non tanto dalla perdita dei beni materiali, ma soprattutto dalla morte delle persone a lui care: i figli e le figlie, dall’incomprensione di sua moglie, dei suoi amici e dalla sua malattia ulcerosa. La sua dolorosa esperienza pone l’uomo, a prescindere dai vincoli religiosi, di fronte al problema del perché vivere: lavorare, pregare, studiare e amare. Del perché dell’esistere e del fare.
Quante cose si fanno nella vita! In una giornata! Pensaci!
Oggi più di ieri, si vive per raggiungere scopi, obiettivi e finalità in modo consapevole, organizzato e determinato. Che senso ha tutto questo? Perché? Sono tanti i traguardi che si pongono gli uomini nella vita, ma che senso ha la vita umana in se stessa? Qual è il significato del nostro vivere?
L’uomo, in tutti i tempi, è stato agitato da un desiderio insopprimibile: raggiungere una condizione di felicità appagante e permanente. Infatti, l’uomo si riconosce imperfetto e desidera la perfezione; incompiuto, desidera realizzarsi pienamente; finito e limitato, desidera l’infinito; impaurito dal mistero della vita, desidera che ogni segreto sia alla fine svelato; provvisorio e mortale, e pensa di avere un’anima immortale; creatura non eterna, desidera l’eternità. È infelice e desidera essere felice.