Francesco Zenzale
Nonostante Gesù sapesse quello che avrebbe fatto Giuda, lo mantenne nel gruppo dei discepoli. L’uomo, secondo la Bibbia, è l’essere che ha la capacità di scegliere liberamente. Ben poco di quello che come cristiani, e ancora di più come avventisti, crediamo avrebbe senso senza la libertà della nostra volontà. Anche se il Signore sapeva che Giuda lo avrebbe tradito, non è stato lui a predeterminare questo fatto. Se così non fosse, che senso avrebbe la sua punizione? Ovviamente Giuda era un essere libero e siccome la Bibbia ci dice che il Signore vuole che tutti giungano alla salvezza (2 Pietro 3:9), anche lui aveva la possibilità di essere salvato. Dobbiamo perciò pensare che Gesù tenne Giuda con sé non per dargli la possibilità di tradirlo, ma per offrirgli opportunità di salvezza.
Anche Pietro aveva bisogno di cambiare vita (Luca 22:31,32). Con queste parole Gesù mostra di sapere che Pietro si sarebbe convertito e che sarebbe stato anche un valido aiuto per la chiesa. Come per Giuda, la preconoscenza di Cristo non significa che sia stato lui a predestinare Pietro a essere il grande apostolo che fu. La verità è che Cristo, con la sua preconoscenza, sapeva in anticipo ciò che Pietro e Giuda avrebbero fatto della loro libertà di scelta. In entrambi i casi, queste due persone ebbero la possibilità di reagire liberamente a ciò che il Cristo offriva loro. La loro storia è la conseguenza delle loro scelte.
Quando sorgono delle difficoltà, spesso anche noi assomigliamo a Pietro. Invece di tenere gli occhi fissi sul Salvatore, guardiamo le onde: i piedi vacillano e le acque tumultuose ci sommergono. Gesù non aveva detto a Pietro di andare da lui per farlo affondare. Egli non ci chiama a essere suoi discepoli per farci morire. Non si dimentica di noi dopo averci invitati a seguirlo. Ma dice: “Non temere, perché io t’o riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei mio!