Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Gli uomini e le donne che hanno segnato la storia della salvezza, risentono della loro fragilità, delle consuetudini e della mentalità del loro tempo. I pescatori di Galilea erano uomini semplici e ignoranti; ma Cristo luce del mondo, li preparò per l’opera alla quale li aveva scelti. Paolo era un dottore della legge e persecutore di Cristo, ma Dio trasformò il suo zelo in una benedizione per la sua chiesa e per tutti coloro che sono sulla via della salvezza. Giuseppe era un pastore, fu maltrattato e venduto dai suoi fratelli, e Dio trasformò la sua dolorosa esperienza in una fonte di vita per gli antichi egiziani e per la sua famiglia, i quali dovettero la loro sopravvivenza alla sua integrità. Maria era una donna semplice, insignificante per la gente del suo tempo, ma da lei è nato, per opera dello Spirito Santo, il Redentore. Le tradizioni leggendarie idealizzano i propri eroi, invece, nella Bibbia, i patriarchi appaiono sotto una luce reale. Ci si aspetterebbe di vederli celebrati per la loro santità e potenza, ma spesso non è così. Abramo ha paura e ricorre a una restrizione mentale che gli viene fieramente rimproverata (Genesi 12:18; 20:9-13); sua moglie Sara si mostra gelosa e cattiva verso Agar (Genesi 16: 6,12); Giacobbe inganna il vecchio padre, per questo deve fuggire (Genesi 27:41-25) e viene a sua volta ingannato (Genesi 29: 20-25), mentre la predilezione e la parzialità per Rachele e Giuseppe sono per lui causa di tanti guai domestici, che gli amareggiano la vita. Ruben perde il diritto di primogenitura per un incesto (Genesi 49:4); Simone e Levi sono puniti per la loro crudeltà omicida (Genesi 49:6-7, cfr. 34::25-30), eppure Levi sarà il capostipite della tribù sacerdotale. Uomini e donne che hanno vissuto nel tempo e nello spazio, che pur nella loro fragilità hanno saputo cogliere non solo la misericordia di Dio ma, come docili strumenti nelle sue mani, hanno adempiuto consapevolmente la sua volontà.