Francesco Zenzale
Il past. Pardon Mwansa, vice presidente della Chiesa avventista mondiale racconta: “In occasione di un congresso, nel 1982, avevo appena predicato sulla parabola del seminatore interpretando la storia e rivolgendo un appello all’assemblea perché il sermone non somigliasse a semi che cadono tra le spine o sono soffocati da ‘impegni mondani e l’inganno delle ricchezze’ (Matteo 13:22). Una donna, dopo avere ascoltato, era stata toccata dallo Spirito e aveva scritto un appunto che i diaconi mi avevano portato. Diceva così: ‘Pastore, amo il Signore, ma non riesco a ubbidirgli tutte le volte. Spesso mi impegno a vivere per lui, specialmente dopo aver ascoltato messaggi di incoraggiamento, ma nel giro di pochi giorni, mi ritrovo a fare le cose che so di non dover fare. Pastore, è normale la mia esperienza? Quando potrò smettere di peccare? Come posso obbedire sempre a Dio? Come posso crescere in una relazione di piena ubbidienza al Signore? Per favore, mi aiuti’”.
Le parole dell’apostolo Paolo possono aiutarci a trovare una risposta alle domande di questa donna: “Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:12-14).
Da questo brano del Nuovo Testamento possiamo chiaramente capire che Paolo non affermava di essere perfetto né di aver cessato di peccare, ma dichiarava di voler crescere nella direzione del cielo. Quando pecchiamo, ci è consigliato di “confessare i nostri peccati” e Dio “è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). Cristo Gesù è la nostra speranza quando dobbiamo confrontarci con la natura peccaminosa di cui siamo fatti. Egli ci darà la vittoria, è questa la conclusione dell’apostolo Paolo (cfr. Romani 7:14-23).
La presenza di Gesù, per mezzo dello Spirito che dimora in noi, è la nostra sola speranza di vittoria contro il peccato.