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Pensaci. Ayecah? (Dove sei?)

Incantato dalle bugie sottili e meno sottili di Satana, il genere umano cadde. L’intero rapporto tra il cielo e la terra cambiò all’istante. Il paradigma del Paradiso mutò radicalmente. L’armonia, la pace e l’equilibrio dell’Eden si frantumarono. In quel momento, la storia dell’universo cambiò. La ribellione di Satana, fino ad allora confinata a se stesso e agli angeli caduti, aveva adesso conquistato una roccaforte nel nuovo mondo. La posta in gioco era diventata importantissima. Adamo ed Eva si resero conto del loro errore fatale. Un brivido gelido li attraversò e capirono che era morto qualcosa di vitale. I loro bei vestiti di luce e gloria, che riflettevano la naturale armonia con Dio, scomparvero (Genesi 3:7). Nudi e vergognosi, abbandonarono l’abituale felicità dell’incontro quotidiano con Dio per la comunione e l’istr uzione (v. 8). Lo smarrimento di Adamo ed Eva non aveva colto di sorpresa Dio, allora il Signore chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?” (Genesi 3:9). La parola ebraica “areca” si traduce con “dove sei?”. La prima cosa che Dio comunica alle sue creature cadute è dunque una domanda, una questione che in un certo senso ha sempre rivolto da allora. Egli non chiede per sapere né per costringere Adamo ed Eva a confrontarsi con ciò che hanno fatto. “Ayecah?” è Dio che va verso di loro e li cerca. Benché spesso consideriamo Genesi 3:15 la prima promessa messianica, già qui, con questa semplice domanda, scorgiamo l’inizio di un qualcosa che terminerà solo alla fine della prova: il Signore cerca l’uomo smarrito ed è egli a prendere l’iniziativa per salvarci.
“Viva il Signore! Sia benedetta la mia rocca! Sia esaltato Dio, la rocca della mia salvezza” (2Samuele 22:47)