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Noi, Dio e il male

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Io non sono onnisciente, vivo nel tempo e nello spazio che delimitano la mia esistenza e definiscono il mio essere creatura, e pertanto non conosco “il mistero del peccato e del male”. So che il peccato ha stravolto la natura umana nel suo dna e la creazione, e in questa tragedia, in qualche modo, è stato coinvolto anche l’universo. Ma so anche che grazie all’amore di Dio tutto questo finirà come è scritto in Apocalisse 21: 1-8.
Di fronte a Dio, l’uomo è come un bambino incapace di cogliere il pensiero e l’agire del padre, ma sente nel profondo del suo cuore che il egli lo ama e che le sue promesse rassicuranti si realizzeranno. Quindi si affida.
Quello che a noi manca, oggi, è proprio il senso di affidamento a Gesù Cristo. Capire che la ragione ha i suoi limiti e che questi dovrebbero sfociare in un atto di abbandono e di fiducia. In fondo. possiamo paragonare la fede a un contenitore dove versiamo i nostri dubbi e le nostre perplessità nell’attesa che siano compresi al ritorno di Cristo.
Pretendere di capire l’agire di Dio, il modo in cui egli ci ama, credo sia presuntuoso. Sia un tentativo di far causa a Dio e giudicarlo, tralasciando di pensare che in fondo in questa valle di lacrime ci troviamo a causa nostra (Isaia 59: 1-4). Non siamo migliori di Adamo, di chi ci ha preceduto o di chi ci è accanto. Non dobbiamo mai dimenticare che “è per grazia che siamo salvati” (Efesini 2:8).
Scrive l’apostolo Pietro che perfino gli angeli cercano di capire l’amore di Dio: l’evangelo (1 Pietro 1:12). Ora, come ribadisce il profeta Isaia “L’argilla dirà forse a colui che la forma: ‘Che fai?’ L’opera tua potrà forse dire: ‘Egli non ha mani?’” (Isaia 45:9).
Umiltà e senso di affidamento è ciò che il Signore ci chiede. In che misura siamo disposti ad affidargli la nostra vita? “Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto” (1Corinzi 13:12).
Dio è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente ovunque e sempre. Egli è infinito e trascende l’umana comprensione (Deuteronomio 6:4; Matteo 28:19; 2Corinzi 13:14; Efesini 4:4-6; 1Pietro 1:2; 1Timoteo 1:17; Apocalisse 14:7).
Avere fede, significa anche accettare i propri limiti ed essere umili e fiduciosi di fronte alla vita e all’universo. Pertanto “accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” (Ebrei 4: 14-16).