Francesco Zenzale
Il malinteso su questa locuzione biblica, a conclusione delle nostre preghiere, non dobbiamo cercarlo nel significato intrinseco che consiste nel lasciare a Dio di gestire la nostra vita nella sua totalità, quanto nel contesto in cui la pronunciamo, ovvero di fronte all’insuccesso, al fallimento personale, ecclesiale e/o di testimonianza.
In altre parole adoperiamo questa espressione per evitare consapevolmente o involontariamente la sana autocritica che dovrebbe aiutarci a capire che la disfatta non era nelle intenzioni di Dio, ma che era inevitabile perché abbiamo agito senza la dovuta consapevolezza di quello che volevamo fare, non tenendo conto di una serie di elementi. Se li avessimo dovutamente considerati, magari avremmo capito che quella cosa non avremmo dovuto farla o che comunque avremmo dovuto attuarla con modalità e tempi diversi.
Ma noi non siamo abituati alla sana autocritica, perché abbiamo paura di ammettere di sbagliare, di perdere la faccia o ancor peggio di essere criticati; così quando arriva il successo suoniamo le campane a lungo, quando invece le aspettative non sono state raggiunte, con rassegnazione, con senso di perdita, esclamiamo “sia fatta la tua volontà” e naturalmente preferiamo stare in silenzio, nell’attesa che il buono risultato arrivi.
Spesso, dietro a questa espressione nascondiamo la nostra tristezza, la nostra rabbia, il nostro senso di sconfitta, la dipendenza dal successo, la nostra incapacità di dipendere veramente da Dio e di gioire solo della sua presenza nella nostra vita. In fondo, essa nasconde un falso rapporto con Dio.
Credo che “sia fatta la tua volontà” traduca la seguente preghiera: “Tu sei il nostro Padre, non cambiare i tuoi progetti, non variare i tuoi modi di fare, continua a esserci Papà e a esigere da noi di imitarti. Continua a proporci di cambiare noi i nostri falsi desideri con i tuoi. Insisti a volere ciò che hai programmato, perché i tuoi disegni sono disegni di un padre, sono opere e sentimenti che danno la vita e la alimentano in maniera piena, gioiosa, completa. Padre nostro, non lasciarti condizionare dai nostri errori, non reagire ai nostri sbagli e alle nostre disobbedienze e prepotenze nei tuoi riguardi; continui a compiersi la tua volontà, quella che avevi prima della nostra defezione, prima del nostro peccato!”.
Scriveva la signora White: “‘Sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo’ esprime il desiderio di vedere la fine del regno di Satana, l’eliminazione definitiva del peccato e l’instaurazione di un regno in cui prevale la giustizia”.