Francesco Zenzale
Questo modo di esprimersi è caratterizzato da un equivoco tipico del nostro modo di pensare e di intendere il significato della parola “permettere”.
Permettere significa letteralmente “concedere qualche cosa facendo uso della propria autorità”. Ad esempio: verrò al cinema se mio padre me lo permetterà; il direttore non permette che usciamo nelle ore d’ufficio… Con valore attenuato in formule di cortesia: se (mi) permette, vorrei parlarle; (mi) permette una domanda?, ecc.
Questo modo di intendere, da una parte de-responsabilizzando la persona e il suo agire evidenzia l’incapacità di essere liberi di vivere nel tempo e nello spazio; dall’altra presenta Dio come un essere che detiene il potere assoluto e che nulla succede o che deve essere fatto senza la sua autorizzazione o il suo benestare. Con parole diverse Dio è responsabile di tutto quello che succede nella nostra vita e intorno a noi. Se Dio permette la sofferenza vuol dire che il male, permesso e/o voluto da Dio, è necessario a fin di bene e che solo lui ne è il responsabile. Se egli permette la realizzazione di un determinato progetto, nel bene e nel male della sua riuscita è sempre lui il garante, ma anche unico imputato. E considerato che secondo il detto popolare “non si muove foglia che Dio non voglia”, nel giorno del giudizio non è l’uomo che deve essere giudicato o approvato, ma Dio.
Uno stile di vita facilmente percorribile perché ci permette di vivere senza sensi di colpa e senza quel senso di responsabilità morale, sociale, politica e spirituale che caratterizza l’uomo creato a immagine di Dio.
Dio non permette né il male né il bene, perché nel suo amore è capace solo di offrire il bene o il meglio per tutti coloro che lo riconoscono come Padre. Non solo, “egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5:45).
Se il male pervade la nostra vita ciò è dovuto consapevolmente alle nostre scelte di vita, alle interazioni psico-sociali, a Satana e al fatto che abbiamo ignorato Dio nella nostra vita. Se il bene è parte della nostra vita, nonostante le vicissitudini dolorose, lo dobbiamo alle scelte di vita che noi abbiamo fatto e soprattutto perché abbiamo scelto di accogliere la grazia di Dio nei nostri cuori.