Notizie Avventiste-Francesco Zenzale
“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Timoteo 3:16,17).
Alcuni studiosi sostengono che la Bibbia sia solo parzialmente ispirata. Gli scrittori sarebbero stati preservati per quanto riguarda la salvezza, ma non per quanto riguarda la storia, la scienza, la cronologia e altro. Pertanto, secondo questa teoria, sarebbe più corretto affermare che la Bibbia contiene la parola di Dio, piuttosto che la Bibbia è parola di Dio.
Questa teoria ci immerge in un mare di incertezze, perché chi può correttamente giudicare ciò che è e ciò che non è essenziale alla salvezza? Dov’è l’autorità infallibile che decide quale parte della Bibbia è parola di Dio e quale no? E se la storia narrata dalla Bibbia è falsa, allora la dottrina non può essere vera, perché la dottrina biblica è fondata sulla storia biblica. Infatti, le Scritture stesse, si attribuiscono una completa ispirazione. Cristo e gli apostoli applicarono il termine “parola di Dio” all’intero Antico Testamento.
Gesù non ha detto, rivolgendosi al Padre, “la parola contiene la verità”, ma “la tua parola è verità” (Giovanni 17:17). Pertanto, il credente è santificato nella parola che è verità.
Se la Bibbia contiene la parola di Dio, significa che essa è fallibile, quindi può indurre uomini e donne a giustificare i loro peccati davanti a Dio. Gesù ha affermato che la Parola di Dio è infallibile (Matteo 5:18), che la Scrittura non può essere annullata (Giovanni 10:35). Pertanto, la Parola di Dio non è una verità atemporale e disincarnata; è invece un messaggio o un appello rivolto agli uomini di fronte alle loro situazioni ai loro particolari problemi (Isaia 55: 10,11). Gli apostoli confermarono l’infallibilità: Ebrei 1:1,2; 1Pietro 1:10,11; 2Pietro 1:20,21. Tutti questi passi insegnano che l’ispirazione include l’accuratezza di ogni parte dell’Antico e del Nuovo Testamento, cosicché la Bibbia è infallibile nel suo insieme e nelle sue singole parti, e possiede un’autorità decisiva. In breve, la Bibbia chiama in giudizio l’uomo (Apocalisse 22:18,19), ma l’uomo non può mai citare la Bibbia in giudizio. L’intelligenza deve essere usata per comprendere il messaggio biblico e viverlo, non per giudicare l’insegnamento chiaramente stabilito da Gesù e dagli apostoli (1Corinzi 3:11-14; Efesini 2:20-22). Accetti la Parola di Dio come unica regola di fede e condotta della tua vita?