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L’io sono

Io avrò, tu avrai, egli avrà, noi avremo, voi avrete, essi avranno: il verbo avere è la grande ostentazione della nostra vita.
A scuola abbiamo appreso che per coniugare i verbi ci sono necessari due ausiliari: avere ed essere. Se ce ne vogliono due per coniugare dei verbi, possiamo sperare di farne a meno per coniugare la vita?
Avere, avere, avere… a contare sempre su un solo ausiliario, è come se si camminasse con un piede solo: mezzo sicuramente non valido per andare lontano!
Avere, avere… a fidarci di un solo ausiliario, si fa presto a diventare maestri.
Avere… a fare riferimento sempre solo a questo ausiliario, si riconduce tutta la vita a ciò che si pesa, si conta o si acquista.
Tutto l’apparato pubblicitario attuale e tutta la nostra maniera moderna di vivere puntano solo sul verbo avere: “Se avrete questo, tutti i vostri amici vi invidieranno!”. “Se avrete quest’altro, la felicità comincerà anche per voi!”.
Ma, a dire il vero, né la vita né la morte, quando parlano con noi, ci domandano: “Che hai?”, ma sempre: “Chi sei?”. Sono gli uomini che dicono sempre: “Io ho!”. Dio, Lui, comincia sempre con: “Io sono”.
P. Zeissig Minute oecuménique