Lina Ferrara
Oggi condivido con voi il breve racconto di un’esperienza vissuta da una giovane dottoressa di un ospedale.
“Erano circa le 8.30 di una mattinata intensa. Un anziano signore sulla ottantina era venuto per farsi togliere i punti di sutura da una ferita che aveva sulla mano. Mi aveva subito spiegato che aveva fretta, aveva un appuntamento alle 9.00, e quindi sperava di sbrigarsi prima possibile. Gli presi la pressione, il polso e la temperatura, e lo accompagnai a sedersi, sapendo che sarebbe passata oltre un’ora prima che qualcuno fosse stato in grado di visitarlo. Lui sembrava impaziente, ogni tanto guardava l’orologio. Così, dal momento che non ero occupata con altri pazienti, decisi di guardare la sua ferita. Era guarita bene. Parlai con uno dei medici e presi gli strumenti necessari per rimuovere la sutura. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se avesse un altro appuntamento medico quella stessa mattina, dato che aveva tanta fretta. Il signore mi rispose di no; doveva andare nella casa di cura dove era ricoverata sua moglie perché dove va fare colazione con lei. ‘È da tanto che è ricoverata?’, gli chiesi, informandomi anche sulla malattia della moglie. ‘Si trova lì da un po’ di tempo’, mi rispose l’anziano signore. ‘Ha il morbo di Alzheimer’, aggiunse. Mentre continuavamo a parlare, gli chiesi se la donna si sarebbe agitata vedendo che il marito tardava. ‘No!’, rispose. ‘Lei neanche sa chi sono. Da cinque anni non mi riconosce più’, aggiunse triste. Rimasi sorpresa e gli chiesi: ‘E va ancora a trovarla ogni mattina, anche se sua moglie non sa chi è?’. L’uomo sorrise, mi accarezzò la mano e disse: ‘Lei non mi riconosce, ma io so ancora chi è’. Trattenni a stento le lacrime mentre lui andava via. Avevo la pelle d’oca e pensai: ‘Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita’. Il vero amore non è né fisico, né roma ntico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà”.
Facilmente, oggi, le coppie si dividono alle prime difficoltà e le famiglie si frantumano.
Quando mio marito si è ammalato, il suo medico specialista si è meravigliato che gli stessi ancora così vicino. “È raro trovare una coppia così unita”, gli ha detto.
Come credenti abbiamo il migliore esempio di amore vero, incondizionato: quello di Dio per ciascuno di noi, personalmente. L’apostolo Paolo scrive: “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). L’amore di Dio è addirittura preventivo; inoltre, è sempre lì a disposizione, basta allungare la mano e afferrarlo. L’invito rivoltoci dall’apostolo Giovanni è: “Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1Giovanni 4:11). Ma facciamo in modo di avere l’amore vero di Gesù, non un surrogato…