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Il sabato e l’uomo moderno

Poi disse loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Marco 2:27).
Abraham Joshua Heschel, nel suo libro “Il sabato, il suo significato per l’uomo moderno” scrive: “Nell’oceano tumultuoso del tempo e della fatica vi sono isole di tranquillità dove l’uomo può trovare rifugio e ricuperare la propria dignità. Questa isola è il settimo giorno, il sabato, un giorno di distacco dalle cose, dagli strumenti e dagli affari pratici e di attaccamento allo spirito… Dal fondo dei giorni in cui lottiamo e della cui bruttezza soffriamo, guardiamo al sabato come alla nostra patria, come alla nostra sorgente e al nostro punto d’arrivo. In questo giorno lasciamo da parte le occupazioni volgari per ritrovare la nostra condizione autentica… Il sabato è un giorno di indipendenza dalle condizioni sociali. Tutta la settimana possiamo meditare e tormentarci se siamo ricchi o poveri, se abbiamo successo o meno nel nostro lavoro; se conseguiamo i nostri scopi o manchiamo di realizzarli… Il sabato non è tempo di ansia o preoccupazione personale, di qualunque attività che possa smorzare lo spirito della gioia… Il sabato non è tempo per ricordare i peccati, per confessare o pentirsi e nemmeno per invocare sollievo o chiedere qualunque cosa di cui possiamo avere bisogno; è un giorno fatto per la lode, non per le suppliche. Il digiuno, il lutto, le manifestazioni di dolore sono proibiti… Durante il settimo giorno ci si deve astenere dalla fatica e dallo sforzo, perfino nel servizio di Dio… L’arte di osservare il settimo giorno è l’arte di dipingere sulla tela del tempo la misteriosa grandiosità del culmine della creazione: come Egli ha santificato il settimo giorno, così faremo noi. Amare il sabato è amare quello che abbiamo in comune con Dio. La nostra osservanza del sabato è una parafrasi della Sua santificazione del settimo giorno. Il mondo senza il sabato sarebbe un mondo che ha conosciuto solo sé stesso; sarebbe scambiare Dio per una cosa, sarebbe l’abisso che lo separa dall’universo; un mondo senza una finestra che dall’eternità si apra sul tempo.
Un’antica allegoria racconta: ‘Quando Adamo vide la maestà del sabato, la sua grandezza e la sua gloria, e la gioia che conferiva a tutti gli esseri, intonò un canto di lode come per esprimere gratitudine al giorno del sabato. Allora Dio gli disse: Tu elevi un canto di lode al giorno del sabato, e non canti per Me, il Dio del sabato? Allora il sabato si alzò dal suo seggio e si prosternò davanti a Dio, dicendo: E cosa buona esprimere gratitudine al Signore. E tutto il creato aggiunse: E cantare lode al Tuo Nome, o Altissimo’”.