Francesco Zenzale
“Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio” (Salmo 90:12).
Nel cammino d’integrazione del peccato, il perdono rappresenta una fase centrale dopo quella del riconoscimento del male stesso: è la scoperta d’un amore che va oltre il nostro merito e perdonandoci ci crea, ci redime, ci riconcilia.
Non sempre nella nostra vita spirituale gli riconosciamo questo posto centrale, infatti intorno a noi abbondano gli insoddisfatti, gli eterni scontenti di sé, coloro che hanno sempre da rimpiangere o da rimproverarsi qualcosa, quasi nemici irriducibili di se stessi e, di conseguenza poco amici degli altri e di Dio.
In altre parole, siamo riconciliati con noi stessi, con la nostra storia e con Dio?
Riconciliati con noi stessi, con la nostra storia, è la prima e fondamentale tappa. Gesù ne aveva ben evidenziato l’importanza invitando gli uomini e le donne ad “amare il prossimo come se stessi”. Con parole diverse, ritengo che sia impossibile promuovere una relazione riconciliante caratterizzata dal perdono e da un percorso di vita incentivante con l’altro, senza prima stabilire una relazione d’amore, di perdono e di riconciliazione con se stessi.
La riconciliazione con noi stessi, con il nostro passato, stando all’esperienza del figlio prodigo, precede quella con Dio. Perché la vera riconciliazione con il Padre passa attraverso quella del proprio io, fragile e dolente. Come il povero pubblicano che non osa alzare gli occhi al cielo, senza mistificare la propria friabilità o elaborarla rimproverando l’ingrato passato, gridiamo: «… O Dio, abbi pietà di me, peccatore!» (Luca 18:13). La festa del perdono non sopporta rimpianti per ciò che non è stato o che non doveva essere, musi lunghi e cuori affranti. Ciò che è stato è perdonato!
Il perdono di Dio ci offre la gioia di essere riconciliati con noi stessi. Non siamo perfetti, ma se realmente lo vogliamo diventare dobbiamo cominciare a lasciare ogni illusione di perfezione e permettere allo Spirito Santo di convincerci “quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:8). Chi si pente è perdonato perché il Cristo è “l’Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo”. Dio afferma: “… Anche se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve: anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” (Is 1:18). Perdonare significa imparare a vivere secondo Dio. Ricevere il suo perdono significa accogliere nel proprio cuore un atto d’amore. Il perdono è un segno di riconciliazione, non solo con Dio e con il prossimo, ma soprattutto con se stessi, è un inizio di vita nuova.