Non è raro leggere alla porta di un albergo o di un ristorante: “Nuova gestione”. Se non fosse scritto, non se ne saprebbe niente poiché l’edificio è lo stesso, il mobilio non è cambiato, le stoviglie, le camere, tutto è rimasto uguale a prima. Comunque, l’avviso “Nuova gestione” vuole attirare il cliente lasciando intendere che un altro uomo, con lo stesso equipaggiamento, può offrire tutto un altro servizio rispetto al suo predecessore.
Noi anche dovremmo poterci sospendere al collo, di tanto in tanto, una scritta: “Nuova gestione”. Resterebbero la stessa vita, lo stesso mestiere, lo stesso denaro, la stessa moglie, gli stessi figli, la stessa suocera, gli stessi amici, le stesse malattie ma, d’un tratto, in mezzo a tutto questo, una “Nuova gestione”, un uomo differente, in grado di tirare fuori da questi vecchi tesori delle cose nuove. E le persone saranno tutte sorprese di vedere che siamo noi e, allo stesso tempo, senza sembrarlo. Saranno sorprese di un’accoglienza di una qualità del tutto superiore.
La Bibbia intera insiste perché ci lasciamo rinnovare nel nostro spirito, nel nostro essere interiore.
Quale scritta abbiamo sospeso oggi? “Vecchia” o “Nuova gestione”?
di Philippe Zeissig da Minute oecuménique