Francesco Zenzale – Dal lontano VI secolo a.C., periodo in cui è stata divulgata questa promessa, sono trascorsi secoli di storia, dove uomini e donne si sono addormentati senza avere la gioia di presenziare il regno di Dio (Eb 11:32-40). E noi che forse stiamo vivendo l’ultimo periodo di questa drammatica storia umana, ci chiediamo: quanto tempo dobbiamo ancora aspettare? Non lo so! Sicuramente molti di noi si addormenteranno con questo dolce sussurro divino “Scrivi: Beati d’ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono” (Ap 14:13).
Ci riposeremo dalle opere della nostra fede, dalle fatiche del nostro amore e dalla costanza della nostra speranza nel Signore Gesù Cristo (1 Tess. 1:3). Poi le tombe s’apriranno e i santi risusciteranno (Mt 27:52; Gv 5:28). Nel frattempo, cerchiamo di attualizzare nel quotidiano questa preziosa e beata speranza del regno di Dio. Infatti, il regno dei cieli è vicino (Mt 3:2; 4:17), “in mezzo a noi, dentro di noi” (Lc. 17:17). Accettando Gesù Cristo, come nostro redentore, abbiamo la gioia di viverlo limitatamente nell’attesa del suo adempimento e raccontando agli altri quanto sia determinante nella nostra vita, nonostante la fragilità e le variegate vicissitudini (Lc 9:2; At 8:12; 19:8).
Il fatto che il regno dei cieli vive in noi non dovrebbe indurci a credere che sia il prolungamento della vita presente. Questo potrebbe anche essere l’inferno o il purgatorio. Il regno di Dio è vita di diversa natura, è vita divina e non umana, è perfetta e non terrena (1 Cor 15:50-58; Ap 21:1-6; Is 65:17-19). Saremo trasformati a immagine di Dio e lo vedremo com’egli è (1 Gv 3:2; 2 Cor 4:17; Col. 3:4; Fl 3:20, 21).
Nel giorno in cui abiteremo nel suo regno, avremo spazi infiniti di conoscenza, dove le più nobili aspirazioni saranno soddisfatte, le più sublimi ambizioni realizzate e ci saranno nuove verità da approfondire. Finalmente, il tempo dell’ingiustizia, della malvagità, del dolore e della morte sarà finito (Ap 21:8)!
L’aurora del regno di Dio è dentro di noi e in mezzo a noi, perché è simile a un tesoro nascosto nel cuore di ciascun essere umano. Simile al lievito capace di fermentare i nostri cuori, rendendoli conformi a Gesù Cristo. Il regno dei cieli nel suo compimento ci attende, infatti Gesù è andato a prepararci un luogo di pace, serenità e indicibile bellezza (Gv 14:1-3).
Sono un credente che cerca di vivere un giorno alla volta, perché il domani non mi appartiene. Sono come il fumo che si dissolve nell’aria. C’è però una cosa che desidero approfondire: la strada del regno dei cieli, affinché quel regno diventi esperienza di vita, nell’attesa di esserci pienamente.
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