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Daniele in breve. Si ingrandì, crebbe, si innalzò, prosperò

Francesco Zenzale – “Da uno di essi uscì un piccolo corno, che si ingrandì enormemente in direzione del mezzogiorno, dell’oriente e del paese splendido. Crebbe fino a raggiungere l’esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di quell’esercito e delle stelle, e le calpestò. Si innalzò fino al capo di quell’esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo santuario. Un esercito fu abbandonato, così pure il sacrificio quotidiano, a causa dell’iniquità; la verità venne gettata a terra; ma esso prosperò nelle sue imprese” (Dn 8: 9-12).

Il testo biblico ci informa che il potere che si cela dietro il piccolo corno prima “si ingrandì enormemente”, poi “crebbe fino a raggiungere l’esercito del cielo…”, successivamente  “si innalzò fino al capo di quell’esercito…”, in fine “prosperò nelle sue imprese”.

Il senso di questi verbi, associati a una poliedrica ed efficace attività, ci offre la possibilità di cogliere i seguenti aspetti: la sua escalation politico-militare-territoriale; la sua estensione globale; il suo atteggiamento irriguardoso nei confronti della persona e dell’opera di Cristo Gesù e dei suoi discepoli; la sua rigogliosità, “prosperò nelle sue imprese”. Quest’ultimo aspetto dà l’idea che solo un evento ultra terreno possa interrompere la sua egemonia. Infatti, il testo precisa che “sarà infranto senza opera di mano” (8:25). Come la statua di Daniele 2 viene frantumata da un masso che si stacca dal monte senza intervento umano, così il piccolo corno sarà sbriciolato, senza opera di mano, da un evento che darà inizio al regno di Dio. “L’empio che il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà all’apparire della sua venuta” (2 Tess 2:8).

L’istituzione o il regno rappresentato è così potente, imprevedibile, religiosamente e storicamente affidabile tanto da rendere inconcepibile credere che possa distrugge “il popolo dei santi”, “gettare a terra la verità” ed essere insolente nei confronti di Cristo. Il testo asserisce che “a motivo della sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani; il suo cuore si inorgoglirà; distruggerà molte persone che si credevano al sicuro… Egli sarà causa di rovine inaudite” (Dn 8:24-25). Indubbiamente, la profezia ci pone di fronte a qualcosa che la mente non è in grado di comprendere e tanto meno di lottare pensando di vanificarlo. Non lo si può arginare né sconfiggere. Cresce a dismisura inspiegabilmente, ed è impensabilmente ingannevole.

Da dove proviene tutta questa disumanità, tale da causare “rovine inaudite”? Come è possibile concepire tutta questa malvagità? Gabriele cerca di far capire all’affranto profeta che il potere del piccolo corno “si rafforzerà, ma non per la sua propria forza” (8:24). Paolo, chiarisce il significato di questa frase, precisando che la venuta dell’empio avverrà “per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità” (2 Tess 2:9-10).

Se è vero che negli ultimi tempi “sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24:24), allora non ci resta che essere sobri e vegliare perché il nostro “avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1Pt 5:8).

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it