Francesco Zenzale – “Il re Nabucodonosor, alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra: Pace e prosperità vi siano date in abbondanza” (Dn 4:1).
Shalom! Saluto tipico orientale. Lo troviamo nei testi dei re di Persia, anche se questi sovrani si trovavano spesso in guerra. Ma è anche il linguaggio tipico dell’apostolo Paolo. In effetti, la conversione di Nabucodonosor è per certi aspetti simile a quella dell’apostolo. Entrambi colti, rispettati e influenti, totalmente dediti all’opera della loro vita. Ambedue minacciarono e perseguitarono il popolo di Dio ed eventi sovrannaturali furono usati per cambiare la loro vita.
La somiglianza è attendibile anche nel modo di iniziare un discorso, una lettera o una testimonianza. Rivolgendosi al “pubblico”, ambedue adoperano la parola pace: “La vostra pace abbondi”, (Ef 1:3; Fil 1:2; Col 1:2). “Grazie a voi e pace da Dio Padre e dal Signor nostro Gesù Cristo” (Gal 1:3; 1Pt 1:2). “Pace e prosperità vi siano date in abbondanza” (Dn 4:1).
Pace, dall’ebraico shalom (si trova 224 volte nell’Antico Testamento) e dal greco eirené (si trova 91 volte nel Nuovo Testamento), esprime il concetto di “integrità”, di “interezza” e di “completezza”.
Essa è un bene inestimabile per un’esistenza tranquilla e serena, senza conflitti, pericoli, minacce e calamità. Include un senso di equilibrio e di riconciliazione con se stessi, con il cielo e con il prossimo, vissuto nell’attesa della vita eterna. Shalom, esprime benessere interiore dal quale fluisce l’impegno in favore della sicurezza sociale, economica, nazionale ed extra territoriale: “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5:9).
Il profeta Isaia, con lo sguardo rivolto al futuro, descrive l’opera e i tratti caratteriali del Messia con le seguenti parole: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Is 9:5).
Gesù è il “Principe della pace”! Ciò significa che la pace, intesa come compiutezza interiore e con quel senso di eterna trascendenza, può essere acquisita solo in Gesù Cristo. Essa fluisce da colui che è ed era (cfr. Eb 7:2, con riferimento a Melchìsedek, re di pace e di giustizia) e che verrà (Ap 1:4). Dio, nella persona di Gesù Cristo, è la nostra pace, come anche quella del mondo. La sua pace si differenzia non solo quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente (Gv 16: 33), perché è data da Cristo stesso: “Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà” (Gv 14:27).
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