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Daniele in breve. Regni contrapposti

Francesco Zenzale – “Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d’uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto” (Dn 7:13-14).

La profezia di Daniele 7 è come un serial killer, dove il male sembra che trionfi sul bene, l’iniquità sulla giustizia e le tenebre sulla luce. La prima parte della visione presenta 4 regni con tratti animaleschi, che evidenziano la loro natura orientata al male, in un crescendo continuo. La quarta bestia, per la sua mostruosa configurazione, dà l’idea che la malvagità sia indescrivibile. Ma ecco che quando questa natura, così violenta e immorale, sta per essere frantumata dalle dieci corna (dieci re), sorge un corno perverso che incarna tutta la sua brutalità, assumendo peculiarità divine. Un corno, con degli occhi e una bocca, la cui egemonia si protrae fino alla venuta del figlio dell’uomo. La sua incredibile violenza determina nel profeta un forte senso di disorientamento. “Quanto a me, Daniele, fui molto spaventato dai miei pensieri e il mio volto cambiò colore” (Dn 7:28).

Un potere diverso dai precedenti regni e con un predominio extra territoriale che potrebbe indurci a credere che il regno di Dio sia una realtà presente. Infatti, appare sul palcoscenico storico come un’organizzazione religiosa che avrebbe attraversato la storia senza limiti di tempo. Gli altri regni, (Babilonia, Medo Persia, Grecia, Roma) con le medesime aspirazioni, oramai erano stati assegnati agli annali della storia. Agisce nel nome di Dio, modificando la legge ed eliminando i presunti nemici di Dio. A motivo delle sue persuasive parole e del suo percorso storico, è oggetto di culto da quasi tutti gli abitanti della terra (Dn 7:25; 2 Tess 2:3-4; Ap 13: 3-4).

Ma il suo è un “regno” politico-religioso che nasce dal basso, sostenuto dall’azione efficace di Satana (2 Tess 2: 6-10). E per quanto possa fregiarsi del nome di Cristo, non ha nulla a che fare con il Vangelo eterno (Ap 14:6) che procede dall’alto. Pertanto il suo dominio avrà fine: «poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre» (Dn 7:26).

In antitesi a questo secolare “regno”, dove l’uomo alla sua morte dispone, all’istante, di nuove incorporee dimensioni, Gesù Cristo, alla presenza di Dio e degli angeli, inaugurerà il suo regno eterno. “Egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto. … Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno” (Dn 7: 13-14, 27).

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