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Daniele in breve. Noi, Dio e le profezie

Francesco Zenzale – Il libro di Daniele è stato scritto anche per la nostra epoca e c’interpella direttamente, perché il contenuto in essere concerne il “tempo della fine” (Dan 2:28; 8:17; 10:14; 12:4 e 9), quando il “gran capo tornerà” (Dan 12:1-3). Questo straordinario documento si compone di due parti distinte:

– i capitoli storici, che hanno lo scopo di rivelare il perché e il come dell’azione di Dio nella storia dell’uomo e il modo in cui dovremmo affrontare le difficoltà della vita, particolarmente quelle che precederanno il ritorno di Cristo;

– i capitoli profetici, che rivelano il quando dell’intervento divino.

Una delle particolarità delle profezie apocalittiche, genere al quale Daniele ricorre, è di esprimersi con immagini e simboli che si ripetono nel loro contenuto, aggiungendo, in quelle successive, aspetti e particolari che ne arricchiscono il significato. Così, lo stesso tema ritorna quattro volte, nel libro di Daniele: capitoli 2, 7, 8, 11. Queste immagini saranno riprese dall’apostolo Giovanni nell’Apocalisse.

Inoltre, è importante rilevare che le profezie bibliche non sono state date per suscitare ansie o paure, esse hanno un valore profetico-esistenziale, perché aiutano l’uomo a collocarsi nel tempo e nello spazio in cui vive, per essere maggiormente determinato nella sua preparazione, in vista del ritorno di Cristo.

Un altro errore da non sottovalutare è la soggettività interpretativa. Le profezie non sempre sono così facilmente decifrabili, soprattutto quelle che non hanno un riscontro storico-biblico oggettivo e immediato. Quando si riscontrano delle difficoltà nel leggere i simboli e quando non si ha un’ampia conoscenza del contesto storico-culturale in cui la profezia viene enunciata, ciò dovrebbe indurci ad avere un’avvertita prudenza nell’associare eventi storici o di qualsiasi genere a una profezia o a un insieme di dati profetici. Concedersi il beneficio del dubbio è segno di maturità e di apertura mentale!

Infine, la profezia offre al credente una visione generale sia del modo in cui l’umanità si muove in rapporto a Dio e al suo amore, sia del modo in cui Dio cammina con l’umanità. Il suo essere presente nella storia dell’uomo in termini di misericordia. In tal senso va letto l’invito in Apocalisse: “Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!” (Ap 1:3).

Per informazioni o approfondimenti: assistenza@avventisti.it