Francesco Zenzale – “Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, diecimila miriadi gli stavano davanti” (Dn 7:10).
Alzare lo sguardo al cielo e immaginare gli angeli che si muovono alla presenza di Dio, è come respirare un po’ d’eternità. Quanto vorrei onorare Dio come gli angeli! Ma non ci riesco se non irregolarmente. Sono fragile! Nondimeno non c’è giorno in cui nella mia “cameretta” lungo il lago di Pusiano, al canto degli uccelli, il mio cuore s’eleva al Signore con canti di lode e preghiere. Parlo, dialogo, chiedo e ringrazio, ma quando respiro un po’ di cielo, come se fossi rapito alla sua presenza, sto in silenzio e ascolto il suo dolce bisbigliare. Musica celestiale per il mio cuore, che a volte si smarrisce a causa del male che pervade questo mondo e della mia debilitante salute.
Servire il Signore! Come? Daniele nel corso degli anni aveva imparato servirlo e a onorarlo anche nei momenti più difficili della sua vita. Non s’è lasciato contaminare da lusinghe, false dottrine o decreti di morte, ma spiritualmente vergine, seguendo “l’Agnello dovunque va” (Ap 14:4).
Un uomo nel quale Dio si compiacque a tal punto che l’angelo Gabriele si rivolge con questa espressione d’amore: “tu sei molto amato” (9:23; 10:11, 19). La stessa che Dio rivolse a Gesù nel giorno del suo battesimo: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3:17).
Forse, noi che siamo alla soglia dell’eternità siamo smarriti e confusi. Abbiamo smesso di vegliare, di leggere e ascoltare le parole profetiche e di mettere in pratica le cose che vi sono scritte (Ap 1:3). Tuttavia non disperiamo. Gesù bussa alla porta del nostro cuore, con il desiderio di cenare con noi (Ap 3:20).
Concludendo questa breve riflessione, il testo evidenzia che gli angeli sono davanti al Signore. Anche noi un giorno lo saremo. Paolo fa presente che ora vediamo il Signore e cogliamo la sua volontà come in “uno specchio in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto” (1 Cor 13:12; cfr. 3:18).
La realizzazione di questa promessa dipende solo dal modo in cui serviamo e onoriamo il Signore oggi e per il tempo che ci sta d’avanti. “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita” (Ap 2:10).
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