Francesco Zenzale – “Nel secondo anno del suo regno, Nabucodonosor ebbe dei sogni che turbarono così profondamente il suo spirito da impedirgli di dormire. Il re fece chiamare i magi, gli incantatori, gli indovini e i Caldei perché gli spiegassero i suoi sogni. Essi vennero e si presentarono al re. Egli disse loro: ‘Ho fatto un sogno e il mio spirito è turbato, perché vorrei comprendere il suo significato’. Allora i Caldei risposero al re in aramaico: ‘O re, possa tu vivere per sempre! Racconta il sogno ai tuoi servi e noi ne daremo l’interpretazione’” (Dn 2:1–4).
Ecco un uomo in piena crisi esistenziale nonostante la sua grandezza politica, il suo prestigio personale, il suo essere il “figlio prediletto del dio Nabu” (il nome Nabukudurri-usur significa Nabu protegge il figlio). Sinceramente capita anche a noi di svegliarci sudati e ritrovarci seduti sul letto impauriti da un incubo che ricordiamo, ma di cui non comprendiamo il significato. Ci sentiamo sbigottiti, disorientati al punto che tutta la giornata ne è condizionata.
Forse la differenza tra noi e il monarca babilonese sta nel fatto che nell’antico Oriente si dava grande importanza ai sogni perché erano considerati un’informazione proveniente dalla divinità e, ragionevolmente, “i grandi” erano circondati dai “saggi” i quali erano addetti all’interpretazione. Anche noi, benché non siamo circondati dagli “extra lucidi”, siamo soliti cercare spiegazioni dallo psicologo, dal “mago di turno” o in qualche libro sull’interpretazione dei sogni. Come il re Nabucodonosor, vogliamo capire, afferrarne il significato, ecc.
Il monarca, non solo impone ai suoi saggi di spiegarne il significato, ma richiede che gli si racconti il sogno stesso. Un eccellente metodo per verificare l’autenticità della chiaroveggenza dei suoi “divini”. Inevitabilmente, il fallimento dei “saggi” è totale, perché solo Dio conosce “l’animo umano” e ciò che lo angoscia (Dn 2:24-28). La loro impotenza induce il re, infuriato e angosciato, a emanare insensatamente un decreto di morte, tale da coinvolgere anche degli innocenti (2:4-13). Nabucodonosor incominciò a dubitare della sua ristretta cerchia: “Vi siete messi d’accordo per dire davanti a me delle parole bugiarde e perverse, aspettando che mutino i tempi” (Dan 2:9), forse per un eventuale attentato alla sua vita.
Spesso, anche noi quando siamo in balia delle nostre emozioni, quando abbiamo l’impressione che la nostra vita sia in pericolo e siamo nel buio della disperazione, addossiamo sugli altri responsabilità inappropriate. Sarebbe più semplice coinvolgere l’altro dicendogli: oggi sto male! Ho l’impressione che qualcosa non vada, ma non riesco a capire… Ho fatto un sogno che… In altre parole, cercare aiuto in chi ci sta vicino senza colpevolizzalo.
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