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Daniele in breve. Due modi di trascorrere la notte

Francesco Zenzale –Allora il re ritornò al suo palazzo e digiunò tutta la notte; non fece venire nessuna delle concubine e non riuscì a dormire. La mattina il re si alzò molto presto, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce angosciata e gli disse: ‘Daniele, servo del Dio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ha potuto liberarti dai leoni?’” (Dn 6:18-20).

Mentre tutti si preparavano per andare dormire, Daniele veniva gettato nella fossa dei leoni. Sbranato dai leoni… fine della sofferenza. Dormire per poi risorgere (cfr. Dn 12:2). Ma Dio aveva predisposto diversamente. Non era ancora giunta l’ultima ora per il profeta e sicuramente non sarebbero stati gli uomini a decretarla, ma Dio (cfr. Dn 12:13).

Nella fossa, ecco che un angelo si presenta, chiude la bocca dei leoni e “chiacchiera” con il benamato di Dio. Daniele trascorse la notte più bella della sua vita: in compagnia di un angelo. Che notte! E il re Dario? Come pensate che abbia vissuto quelle ore notturne? Il testo ci informa che “il re ritornò al suo palazzo e digiunò tutta la notte; non fece venire nessuna delle concubine e non riuscì a dormire” (Dn 6:18). Un uomo, agitato, teso, nervoso, angosciato e solo.

Credo che il cielo sia molto vicino a chi soffre per amore di giustizia. Nella preghiera, la consapevolezza della presenza dello Spirito Santo e degli angeli sono contrappesi allo stress e all’angoscia. La vita attuale è una giungla infestata di bestie terribili: stress, paura, tranelli, tentazioni, ecc. Ma il credente è un essere equilibrato e, come Daniele, “sta bene nella propria pelle” perché sta bene nella pelle di Dio. Calmo ed efficace, e nelle situazioni di crisi non cede!

“Solo in Dio trova riposo l’anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare. Fino a quando vi scaglierete contro un uomo e cercherete tutti insieme di abbatterlo come si abbatte una parete che pende, o un muricciolo che cede? Essi non pensano che a farlo cadere dalla sua altezza; prendono piacere nella menzogna; benedicono con la bocca, ma in cuor loro maledicono. Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare. Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio. Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio» (Sl 62:1-8).

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it