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Daniele in breve. 2.300 sere e mattine

Francesco Zenzale – “Egli mi rispose: ‘Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato’” (Dn 8:14).

Questa è una profezia con un’estensione cronologica impressionate. Copre un periodo storico terrificante: attentati, persecuzioni, sconvolgimenti, devastazioni, violazioni dei diritti umani e della liberta, ecc. Tutto ciò fa sorgere angosciosi interrogativi. Fino a quando durerà questa terribile visione? Fino a quando la grazia di Dio sarà contrapposta alla salvezza per opere? Fino a quando la legge divina sarà calpesta e i figli di Dio perseguitati, e sospesi tra il cielo e la terra? (Dn 8:13; cfr. Ap. 6:10).

La risposta è immediata, cronologica e limitatamente definibile, come se Dio volesse da una parte rassicurare i credenti, dicendo loro che l’istanza è arrivata alle sue orecchie e che le loro opere, fluenti da un’ardente fede, sono custodite nel suo cuore. “Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime nell’otre tuo; non le registri forse nel tuo libro?” (Sl 56:8). Dall’altra, benché non si possa conoscere il giorno e l’ora in cui finalmente saremo tutti a casa, è possibile ghermire l’ultimo periodo della storia dell’umanità.

Fino a quando? “Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà purificatori” (Dn 8:14). Anni simbolici o letterali?

In questa brevissima riflessione elenchiamo solo tre motivazioni per cui è saggio credere che i 2.300 giorni corrispondo a 2.300 anni.

– Il re dall’aspetto feroce, esperto in intrighi e menzognero, che causa rovine inaudite, che distruggerà i potenti e il popolo dei santi e che si ergerà pure contro il principe dei prìncipi, Cristo Gesù, sarà infranto senza intervento umano (Dn 8:22-25), ovvero al ritorno Cristo (Dn 2:45; 7:24-27).

– Secondo l’indicazione dell’angelo Gabriele, la profezia riguarda il tempo della fine. Ciò significa che essa copre un periodo storico molto lungo (Dn 8:19).

– Il genere letterario è simbolico/allegorico.

Abbiamo già esaminato come i capitoli 8 e 9 sono in relazione, che le settanta settimane (490 anni), sono parte integrante delle 2.300 sere e mattine (2.300 anni). Nel capitolo 9:25 la profezia rivela che sarà emanato un decreto per restaurare e ricostruire Gerusalemme. Questa delibera indica il punto di partenze di entrambe le profezie. Il libro di Esdra ci informa che la città di Gerusalemme e il tempio furono ricostruiti a partire da tre decreti promulgati da Ciro (536 a.C. Esdra 1:1-4; 2 Cr 36: 22,23); Dario (520 a.C. Esdra 6: 6-12) e Artaserse I (457 a.C. Esdra 7:12-26). I decreti di Ciro e di Dario, in effetti, concernono la costruzione del tempio. Bisogna aspettare l’editto di Artaserse I, dato nell’autunno del 457, che oltre a confermare i precedenti, riguardanti il tempio, sancisce la costituzione di giudici, di magistrati per amministrare la vita civile della città, che politicamente e giuridicamente includeva anche la costruzione della città: le sue mura e case, riunire dei cittadini e farvi regnare delle leggi.

In relazione a quanto espresso, si evince che i 2.300 anni fluiscono nel 1844 d.C. Periodo in cui inizierà la purificazione del santuario che coincide con l’inizio dell’ultimo periodo della storia dell’umanità.

Come Israele era stato invitato da Dio a prepararsi per la prima venuta del Messia; lo stesso insegnamento riguarda i figli di Dio oggi; i quali sono invitati da una parte ad essere pronti per il giorno in cui Gesù ritornerà (Mt 25:1-10), dall’altra a vivere questa beata speranza testimoniando del vangelo eterno (Ap 14:6-12).

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it