Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Ecco due domande che gli uomini si pongono da millenni. Se è vero che essi si preoccupano del problema della loro origine, è altrettanto certo che s’interessano, e forse di più, a quello del loro destino. Pascal, parlando del destino dell’uomo, affermò: “Bisogna aver perduto ogni sentimento per essere indifferenti a ciò che ne sarà”.
La Scrittura afferma che l’uomo è stato creato da Dio (Genesi 1: 27; 2:7) e non lo considera né immortale né attribuisce immortalità all’anima. L’aggettivo “immortale”, che si trova una sola volta nella Bibbia, è attribuito a Dio: “Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli” (1Timoteo 1:17). Il sostantivo “immortalità”, citato cinque volte, non è mai riferito alla condizione attuale dell’uomo. In 1 Timoteo, l’apostolo Paolo afferma chiaramente che “Dio solo possiede l’immortalità” (6:15,16).
Dio, dopo aver creato l’uomo, gli disse: “Ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Genesi 2:17). L’uomo, purtroppo, disobbedì andando incontro alla morte. Infatti, “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23).
L’uomo dunque muore, ovvero cessa di esistere, ritorna a essere polvere: “Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3: 19).
La Scrittura afferma che i defunti scendono nel soggiorno dei morti, o sheôl-ades. La parola ebraica sheôl si trova sessantacinque volte nell’Antico Testamento, e il termine greco ades è menzionato undici volte nel Nuovo. I due termini sono equivalenti. Lo sheôl-ades indica il sepolcro, la tomba, il soggiorno dei morti.
“Così l’uomo giace, e non risorge più; finché non vi siano più cieli, egli non si risveglierà né sarà più destato dal suo sonno” (Giobbe 14:12). Nel soggiorno dei morti non c’è nessuna attività. I morti non sanno nulla, sono incoscienti. Non sentono, non vedono, non soffrono e non godono. Dormono. Sulla base di quanto scritto dalla Bibbia, lo stato dei morti può riassumersi con queste cinque parole: silenzio, oblio, incoscienza, sonno, riposo. “Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, a quest’ora l’anima mia abiterebbe il luogo del silenzio” (Salmo 94:17; 115: 17; Ecclesiaste 9: 5,6).
Se, tuttavia, il salario del peccato è la morte, “il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù” (Romani 6: 23). Gesù disse: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:39,40). Quando Gesù ritornerà i morti in Cristo risusciteranno a riceveranno il dono della vita eterna (1Tessalonicesi 4: 13-18).