Il registratore ci permette di ascoltare la nostra voce. Al primo ascolto, si è sempre sorpresi e, a volte, perfino delusi: “Possibile che io parli così rapidamente e che balbetti a questo modo? Questa voce brusca, imperiosa, stridula, no, non può essere la mia!”.
Non ci si vorrebbe proprio credere. Ma gli altri che l’ascoltano al nostro fianco sono unanimi; tutti l’hanno riconosciuta. Come d’altronde noi abbiamo riconosciuto la loro.
Non è soltanto la nostra voce che solo noi non siamo capaci a riconoscere. C’è, ad esempio, il nostro carattere.
Non siamo mai disposti ad accettare giudizi sul nostro conto, tranne quelli che sono adulatori e ingannevoli. Gli altri, che sfiorano la critica, non sono che ingiusti e maldicenti.
E invece, per conoscersi bene, si dovrebbe ascoltare gli altri, anche quando ciò che dicono non è così piacevole, e a prima vista sembra non addirsi molto a noi. è molto utile conoscersi. Non fosse altro che per migliorarsi un po’. C’è qualcuno che non si tira indietro: gli umili che non hanno paura di essere umiliati.
G. Juvet Minute Å“cuménique