Lina Ferrara
Nel grande supermercato notai una bambina che accompagnava la mamma nelle compere. Avrà avuto circa 6 anni, capelli chiari e un viso simpatico da furbetta. Fuori aveva incominciato improvvisamente a piovere così forte da formare quasi una nebbia. Uscire senza ombrello per raggiungere la macchina nel parcheggio significava bagnarsi completamente. Per questo, in tanti ci eravamo riparati sotto la tettoia all’entrata del supermercato per aspettare che smettesse di piovere o almeno che diminuisse sensibilmente. Alcuni attendevano pazientemente, altri erano irritati per questo fuori programma della natura che stravolgeva il ritmo frettoloso della loro giornata. Sono sempre affascinata dalla pioggia, dal suo profumo e dalla sua capacità di cambiare il paesaggio e le cose. Dopo, niente è come prima. Chiusi gli occhi e mi persi nel rumore delle gocce che battevano a ritmo incalzante sull’asfalto, sul le macchine, sulla plastica della tettoia e pensai al cielo che stava lavando via tutto lo sporco e la polvere del mondo. Fu un fuori programma e una piacevole pausa dalle preoccupazioni della quotidianità. Improvvisamente una vocina ruppe dolcemente il filo dei miei pensieri: “Mamma, dai, corriamo attraverso la pioggia”. “Che cosa?”, rispose la mamma. “Corriamo attraverso la pioggia”, ripeté la bambina. “No, Chicca. Aspetteremo finché smetta di piovere almeno un po’”, replicò la mamma. La bambina tacque per circa un minuto, poi ripeté: “Mamma, dai, corriamo attraverso la pioggia”. “Se lo facciamo ci inzupperemo”, rispose la mamma. “No, mamma, non succederà. Lo hai detto stamattina!”, disse la bimba tirando il braccio di sua madre. “Stamattina? Quando ho detto che potevamo correre attraverso la pioggia e non bagnarci?”, chiese la mamm a. “Ma non ti ricordi? Quando stavi parlando con papà della sua grave malattia hai detto ‘Se Dio ci aiuterà ad attraversare questo momento, ci può aiutare ad attraversare qualunque cosa!’”. Tra la piccola folla sotto la tettoia si fece un silenzio palpabile. Per alcuni minuti nessuno si mosse, si sentiva soltanto il rumore della pioggia. La mamma sembrava pensierosa, in cerca nella sua mente di cosa poter rispondere alla sua piccola. Forse qualcuno avrebbe ignorato ciò che la bambina aveva detto, qualcun altro l’avrebbe pure sgridata per la sua impertinenza, ma la madre sapeva che questo era un momento importante nella vita di sua figlia. Un momento in cui la fiducia semplice e innocente, tipica dei bimbi, può essere nutrita in modo da sbocciare nella fede. Doveva mostrare coerenza con ciò che aveva detto. Le spiegazioni razionali, che a volte vogliamo dare, non erano la soluzione. “Sai, Chicca, ha i proprio ragione. Corriamo attraverso la pioggia. Se Dio ci lascia bagnare, allora vuol dire che avevamo proprio bisogno di lavarci”, rispose la mamma. E corsero sotto la pioggia, riparandosi la testa con le borse. Restammo tutti a guardarle, sorridendo mentre cercavano di raggiungere la macchina tra le pozzanghere. Alcuni le seguirono ridendo come bambini mentre raggiungevano le loro auto. Anch’io lo feci, avevo bisogno di essere lavata. (Adattato da una storia vera)