Questo Salmo di Davide contiene una beatitudine per chi ha cura dei poveri. Gesù ha detto che i poveri, purtroppo, ci saranno sempre sulla terra (Giovanni 12:8). La legislazione di Mosè si occupava molto dei poveri. Quando si mietevano i campi e quando si vendemmiava, bisognava lasciare qualcosa per i poveri (Levitico 23:22; 19:10). Certo, il povero non doveva essere favorito nei processi, ma attenzione a non violare il suo diritto (Esodo 23:3,6). Mosè, prima di lasciare il popolo e salire sul Monte Nebo per morire, si raccomanda di “aprire la mano al fratello povero” (Deuteronomio 15:11). Il libro dei Proverbi ha inserito due riflessioni in favore dei poveri: “Chi opprime il povero oltraggia il Signore” (Proverbi 14:31) e “Chi ha pietà del povero, presta all’Eterno” (Proverbi 19:17). Se il ricco ha la tentazione di dimenticare il Signore, anche il povero ha la sua tentazione: rubare. E l’autore dei Proverbi chiede al Signore di tenerlo lontano e dalla ricchezza e dalla povertà (Proverbi 30:8,9). Noi crediamo che quando il povero diventa ricco sia una benedizione del Signore. Certamente non è sempre così. Ma qualche volta è vero il contrario: quando il ricco diventa povero. Sarebbe stato il caso del ‘giovane ricco’: “Vendi quello che hai, diventa povero e poi seguimi”. Ma il giovane ricco non accettò la sfida del Maestro. Se avesse accettato l’indicazione di Gesù avrebbe gioito della beatitudine del Salmo 41 e sarebbe diventato un discepolo di Gesù. La beatitudine del Salmo 41 non si esaurisce durante l’esperienza terrena, ma ha un risvolto per l’eternità. Gesù, nel giorno del giudizio, identificandosi coi poveri, pesa e giudica gli uomini in base all’atteggiamento che hanno avuto verso i poveri (Matteo 25:34-45). Evidentemente agli occhi del cielo occuparsi dei poveri è di vitale importanza. Beato l’uomo, beata la famiglia, beata la chiesa, beato il paese che, guardandosi attorno, ha cura del povero.
Filippo Rivoli