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Auguri a tutte le mamme

Proverbi 31:10-31
“Fatica come un maratoneta… ma non ha neppure la soddisfazione di una medaglia” riportava un quotidiano tempo fa parlando della normale casalinga.
Non è un mestiere, non è una vocazione. E’ molto di più, essere mamma. Se lo si vuole fare seriamente, non si smette mai di imparare e di dare. Ed è un lavoro che non conosce soste. Non ci sono vacanze o giorni festivi: si è mamme sempre, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Nella sua casa ha in pugno un’intera industria: è lei il primo dirigente, l’economo, il nutrizionista, lo psicologo, l’operaio tutto fare, il pronto soccorso.
Gandhi affermò: “Educate un uomo e voi educherete una persona. Educate una donna e voi educherete una famiglia”.
Con l’aiuto del Signore, le mamme possono modellare la mente dei loro figli, stimolandone la formazione del carattere e sviluppandone la forza morale affinché possano resistere al male e diventino figli di Dio. “Dopo quella di Dio, la potenza della madre in favore del bene è ritenuta la più forte della terra”. (E. White)
Mosè visse per quarant’anni presso il Faraone, in Egitto, paese ricco ma pieno di paganesimo e di corruzione. Aveva il mondo davanti a sé e pure ebbe la forza morale di rifiutare le allettanti prospettive di ricchezza, grandezza e fama. E questo grazie all’impegno e alle fervide preghiere della madre. Ella, nei pochi anni che ebbe il bimbo con sé, cercò ogni opportunità per educarlo, infondendo nella mente del piccolo il timore di Dio. I frutti dell’educazione ricevuta a casa rimasero e gli insegnamenti della mamma lo protessero poi dall’orgoglio, dal vizio e dalla infedeltà che regnavano alla corte del Faraone.
Gli umili doveri della mamma oggi vengono ritenuti un’incombenza noiosa, invece dovrebbero essere considerati una grande e nobile opera. A volte è così difficile immaginare quanto sia straordinario l’ordinario.
“Ecco i miei gioielli!”. Questa è la storica frase di Cornelia, la virtuosa figlia di Scipione l’Africano. Rimasta vedova di Sempronio Gracco, rivolse tutte le sue cure all’educazione dei due figli, Tiberio e Gaio. Un giorno una matrona romana venne a farle visita per mostrarle i propri preziosi ornamenti d’oro e per vedere se essa ne aveva visti tanti e così preziosi come i suoi. Cornelia chiamò i due figlioletti e, stringendoli a sé, disse: “Ecco i miei gioielli!” E aveva ragione di dirlo: i suoi figli, influirono positivamente e nobilmente sulle politiche democratiche dell’antica Roma.
è un compito difficile quello della mamma, ma Gesù conosce l’ansia di ogni madre. Egli, che aveva una mamma che lottava con la povertà e la privazione, simpatizza con ognuna di esse nelle sue fatiche e preoccupazioni. Egli, che fece un lungo viaggio per confortare il cuore ansioso di una mamma Cananea, farà altrettanto per le madri di oggi. Sì, Colui che riportò in vita per la vedova di Nain il suo unico figlio e, seppur sulla croce, ricordò sua madre, anche ora sente pietà delle sofferenze delle madri. In ogni dolore e in ogni bisogno Gesù vuole confortare e soccorrere. Coraggio, mamme! Il vostro lavoro è il futuro del mondo.
Giovanni Negro