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17. La grazia: tra fondamentalismo e libertà

Florien Wineriter, capo di un Istituto Umanista a New York, in risposta al libro Defenders of God di Bruce B. Lawrence, parlando del fondamentalismo evangelico, afferma: “I fondamentalisti combattono contro nemici interni. Il loro grido di richiamo è ‘Commenta e comunica’. Il fondamentalismo storico è l’interpretazione letterale di tutte le affermazioni e di tutti i comportamenti contenuti nella Bibbia e la denuncia militante di tutte le affermazioni e di tutti i comportamenti non biblici”. Infine conclude dicendo: “Il successo del fondamentalismo annienterebbe i diritti di auto-espressione, di libertà di scelta, di uguaglianza, di giustizia e di ricerca della realizzazione individuale”. Un tale atteggiamento non solo viola il primo e il secondo articolo della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo, ma in primis è in netta opposizione alla grazia, al modo in cui Gesù si rapportava con le variegate sensibilità spirituali e nei confronti dei suoi nemici. Nell’evangelo di Marco troviamo un illuminante episodio che ci aiuta a capire il modo in cui Gesù rispettava l’altro che operava, nel suo nome, ai margini del cerchio apostolico: «Giovanni gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome, [e che non ci segue;] e glielo abbiamo vietato perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo vietate, perché non c’è nessuno che faccia qualche opera potente nel mio nome, e subito dopo possa parlar male di me. Chi non è contro di noi, è per noi. Chiunque vi avrà dato da bere un bicchier d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa» (Mc 38-41).