Nel pensiero di alcuni, “chiamata” o “vocazione”, come spesso si dice, è sinonimo di “chiamata al ministero pastorale”. Essi credono che i pastori siano diversi da tutti gli altri perché il loro lavoro è il più importante di tutti e anche perché Dio è meno interessato, certamente meno impegnato, ad aiutare gli altri a capire quello che debbono fare della loro vita. Secondo questo modo di ragionare, i pastori, e solo i pastori, sono divinamente chiamati al loro lavoro. Inoltre, questa chiamata giungerebbe spesso attraverso vie straordinarie, in modo non dissimile dal modo in cui erano chiamati i profeti biblici (cf. Is 6:8-10; Ger 1:4-10; Ez 2:1-4). In contrasto con questo modo popolare di capire, il Nuovo Testamento mostra come tutti i Cristiani siano “chiamati”. Di fatto, essere “chiamati” è parte del significato stesso dell’essere cristiani (ad es. Ro 8:28,30; 1 Co 1:9). Quelli che sono chiamati accettano la salvezza ed entrano in una nuova vita in Cristo dimostrando la loro vocazione nella vita quotidiana. Ciò significa che tutti noi siamo divinamente chiamati. Dio vuole che noi siamo i suoi rappresentanti qualunque sia l’attività che svolgiamo per vivere. Qualunque tipo di lavoro può essere un mezzo per servire il Signore.