Forse nel mondo arido dell’economia è nato un fiore, inaspettato. Da alcuni anni, infatti, si dice sempre più spesso che al centro dell’economia c’è l’uomo e che perciò ogni azione economica deve essere focalizzata proprio sulle risorse umane. Mi sono chiesta spesso cosa questo possa significare. Quando, infatti, penso ai grandi che si sono soffermati sulle prospettive e sulle conseguenze aperte dalla rivoluzione industriale e capitalistica, per esempio Fromm, Marx, Horkheimer e altri, ricordo che tutti ebbero solo presagi funesti rispetto al destino dell’umanità. Videro infatti un uomo che si sarebbe potuto liberare dalla schiavitù del lavoro (forse), ma che nel contempo sarebbe sprofondato nella tragedia dell’alienazione da se stesso e nell’asservimento all’ideologia del profitto, prostrato ai voleri dei grandi capitalisti.