La questione dell’origine della vita, uno dei pilastri della tesi evoluzionista, è forse nella biologia la migliore testimonianza di prevenzione verso spiegazioni non meccanicistiche di un fenomeno naturale. Per il filosofo greco Talete di Mileto (625-547 a.C.), la vita nasce a partire della materia considerata eternamente viva e mutevole: la vita sta nella materia. Per Democrito (460-370 a.C.) la materia si compone di una moltitudine di piccolissime particelle (atomi) dotate di movimento costante e separate le une dalle altre da spazi vuoti. In questo moto perenne risiederebbe l’origine di ogni cosa, inclusa la vita. Ma fu Aristotele (384-322 a.C.) che introdusse nel suo sistema la nozione di generazione spontanea per spiegare l’origine di vermi, larve, api e zecche. Rese la sua tesi affascinante grazie a un’analisi teorica piuttosto profonda, influenzando tutte le generazioni di pensatori per moltissimi secoli.