Daniele, a seguito del contenuto della visione del capitolo otto, sviene (Dan, 8:27). Ciò impedisce all’angelo Gabriele (v.16) di completare la spiegazione della visione relativa alle 2300 sere e mattine (Dan. 14). Pertanto, anche se la profezia spiega i tre precedenti elementi (montone, capro e piccolo corno), non fa luce sulla visione dei 2300 giorni (Dan. 8.14). La soluzione la troviamo al capitolo successivo, circa 12 anni dopo, a seguito della preghiera di Daniele (9:1-19) l’angelo Gabriele – lo stesso che interpreta la visione di Daniele 8 (v. 16) – appare al profeta annunciandogli di essere venuto affinché «possa comprendere» (9:22)… Vittorio Messori, autore di Ipotesi su Gesù, soffermandosi sulla profezia di Daniele 9, afferma: «C’è in questo testo, una progressione continua e davvero impressionante, che sfocia nella celebre Magna Prophetia, la grande profezia del capitolo nono. Qui, seppure tra le oscurità dell’oracolo e nella logica costante del Dio che “sceglie la penombra”, sembra davvero che venga suggerita la data in cui sarebbe apparso il Messia. È la prima e unica volta nella Scrittura che si stabilisce un vero e proprio “calendario”»