Il peccato è come una malattia che distrugge l’armonia, l’equilibrio tra le cose e promuove decadenza spirituale e all’idolatria, la sostituzione di falsi oggetti di culto al posto del vero Dio (Ro 1:23-25; 7:23,25), al disfacimento sociale e all’ingiustizia (Ro 1:29-31), alla lussuria, alla corruzione della sessualità (Ro 1:26,27). Possiamo esprimere questi pensieri in termini più moderni con “estraneazione” o “alienazione”. La reazione di Adamo ed Eva alla loro trasgressione originale fa pensare al crollo delle molteplici relazioni umane che stanno alla base dell’esistenza umana (Gn 3:10-13). Il loro sforzo di nascondere se stessi implica una rottura nella loro relazione con Dio. La disponibilità a rimproverarsi reciprocamente mostra come anche le relazioni umane si fossero incrinate. Il loro esilio dal giardino e la maledizione sulla terra indicano la loro alienazione dalla creazione in generale (Gn 3:24,17). La vergogna che Adamo ed Eva provarono indica anch’essa una sorta di auto-rigetto o alienazione (Gn 3:10). Il peccato corrompe così ogni relazione umana essenziale.