Nel giardino di Tuileries, a Parigi, c’è la statua di una donna, probabilmente una ballerina, il cui viso è coperto da una maschera. Vista di fronte, ad una certa distanza, sembra che sorrida, ma man mano che ci avviciniamo e la guardiamo da vicino, soprattutto di profilo, si vede un viso immerso nella più profonda angoscia, provocata da un dolore nascosto. Questa donna vuole mostrare al pubblico un viso sorridente, ma in realtà è logorata da un dolore profondo. Lo stesso capita a numerose persone. Manifestano gioia e soddisfazione, ma quello che provano nell’intimo è amarezza, una ferita profonda, non esposta, ma che logora. Ci sono molti individui che si lasciano schiacciare dai problemi, vivono angosciati prendendo dosi massicce di medicinali, di bevande alcoliche, consegnandosi alla droga o al sesso e ogni giorno il dolore è sempre più acuto e insopportabile. Altre persone ricorrono a Gesù Cristo per ricevere forza e superare le difficoltà della vita. Ecco cosa scrive l’apostolo Paolo: “Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi” (2Corinzi 4:8-9).