Il concetto di figlio da una parte indica la posizione intergenerazionale di un individuo all’interno di un sistema familiare, al quale è legato da vincoli di natura non solo biologica ma anche sociale e psicologica, in cui cresce e si struttura come persona, ovvero come essere relazionale. Dall’altra designa più genericamente origine, provenienza, con riferimento all’ambiente e alle condizioni sociali: è un figlio del popolo; o al carattere, all’ingegno, alle tendenze rappresentative di un’epoca: fu vero figlio del suo tempo, del suo secolo; in particolare, figlio d’arte, ecc. Nelle Scritture, riferito all’uomo, designa anche un tipo di relazione morale e spirituale: figlio del diavolo (Mt 13: 38; Gv 8:44; 1 Gv 3:10), figli e figlie di Gerusalemme (Lc 23: 28), figli del peccato (Ef 2:3), figli di Abramo (Gv 8: 39), ecc. Le Scritture presentano Gesù come «figlio di Davide», «figlio dell’uomo» e «figlio di Dio».