Nelle nostre menti, a volte un po’ sprovviste di immaginazione, la medicina è esclusivamente legata alla farmacia. Lo si considererebbe una persona estrosa un po’ inquietante il medico che, per guarirci o risollevarci, non ci prescrivesse dei cachet, delle gocce, delle pillole, delle pomate o degli sciroppi.
E invece, sarebbe veramente irragionevole il medico se, davanti a certi mali, ci facesse una ricetta non per il farmacista ma, per esempio, per la biblioteca, e che ci prescrivesse: “Leggere ogni giorno, prima e dopo i pasti, dieci pagine di questo libro”?
Ci sono dei tesori di salute in alcune opere.
Ci sono delle opere piene di una guarigione contagiosa. E basterebbe a volte una riga, un’idea, una parola per creare in noi un vero e proprio centro di pace, un nucleo di vita che irradi tutto il nostro essere di raggi benefici.
E poi, c’è il Libro del contatto diretto con Colui che, avendo esperienza di queste illuminazioni e queste rassicurazioni, può dissipare più di un’oscurità nel segreto dei nostri cuori e può calmare questa sorda tempesta che scuote i nostri corpi e i nostri spiriti.
da Minute oecuménique, Philippe Zeissig