Ciò che sorprende, nella vita, è la morte. Ma ciò
che ci dovrebbe sorprendere, nella vita, è la vita. Poiché
è la vita che è straordinaria e la morte che è normale.
Lo stato normale della materia è di essere inerte, morta. Se il
nostro mondo non fosse elettrizzato dall’intelligenza creatrice che viene
da lui, e dall’immaginazione creatrice che è in lui, non sarebbe
che un immenso ciottolo, inerte e morto. È perché è
sotto l’alta tensione di una fantastica volontà di vita che il
nostro mondo è il teatro della vita. È così, per
esempio, che si scopre nell’uomo non solamente la vita, ma anche i meccanismi
incredibili per difenderla, come se fosse necessaria la sua esistenza.
No! Lo straordinario, non è la morte, è la vita. E se Dio
l’ha creata e l’ha voluta, possiamo credere che sia solamente per darcela
per un po’ e poi ritirarcela per sempre? Quando Gesù disse ai vivi:
“Colui che crede vivrà!”, ha rivelato che il programma di vita
del creatore oltrepassa di gran lunga, per ciò che ci concerne,
l’esistenza che noi conosciamo. Ma Gesù ha detto anche: “Senza
di me, voi non potete fare nulla”. Questo significa: senza di me, non
c’è che lo stato normale delle cose, e cioè la morte.
da Minute oecuménique, Philippe Zeissig