Conoscete molte chiese in cui si insegni a pregare, dove ci si senta come sollevati da un momento di preghiera? Sono rare. Noi preghiamo così poco, così raramente, così male. Ne siamo dolenti e, tuttavia, ci sembra impossibile poter cambiare. Come lo potremmo? Siamo, anzitutto, gente tanto occupata, abbiamo la vita talmente piena di attività, di distrazioni, perfino di opere buone, siamo troppo presi, non abbiamo più il tempo di far niente. Preferiamo occuparci di tutto anche a costo di trascurare Dio. Non abbiamo tempo per Lui. Per tutto il resto abbiamo sempre a disposizione il nostro tempo. Una visita, un appuntamento, una partita di calcio, un concerto, un film al cinema, internet. Gli daremo le nostre opere, il nostro nome, la nostra voce, anche il nostro denaro se proprio lo vuole, ma che non ci chieda del tempo.
Che orribile negligenza. Ma noi abbiamo fretta, il tempo ci incalza e ci troviamo così in un circolo vizioso: siamo così deboli (proprio perché non preghiamo) che affrontiamo tutte le difficoltà nella speranza che la forza per affrontarle ci venga con il tempo. E invece, se avessimo l’eroismo di cominciare pregando un’ora al principio di quella giornata sovraccarica, ci sentiremmo forse così fortificati, così ben nutriti, da non aver paura di niente, pronti ad affrontare ogni pericolo, ogni sacrificio, ogni sofferenza; e la sera, meravigliati di aver finito così presto, troveremmo ancora tempo per pregare.
Che significa pregare? Rischiamo forse di dimenticarlo! Dimenticarlo al punto che siamo arrivati a credere che si tratti di un’attività puramente umana, di un appello, di un discorso a Dio. Non ricordiamo più che è invece Dio che prega in noi. Pregare, significa mettersi sotto l’influesso dello Spirito Santo, mettersi all’unisono con qualcuno più grande di noi, lasciare che in noi si desti e si espanda la gioia, l’amore del Figlio per il Padre. Pregare, vuol dire mettersi a disposizione di Dio perché possa fare in noi, almeno, per un momento ciò che vuol fare da sempre e che noi non gli lasciamo il tempo di fare. Studiando il lezionario della Scuola del Sabato di questo trimestre, ricordiamoci che Lui stesso vuole parlarci, vuole trasformarci, vuole salvarci.
Giampiero Vassallo