Per evocare la bontà e il carattere angelico di qualcuno, si dice: “Non farebbe male a una mosca!”. Tanto meglio per le mosche!
è vero che, malgrado le apparenze, è meno facile fare del male a una mosca che al proprio prossimo. Se uno dice: “Maledetta mosca!”, la mosca non può ascoltare e non ne soffrirà affatto. Eccola infatti già al riparo da un mondo dove le sofferenze, quelle più acute, vengono proprio da ciò che si dice e da ciò che si ascolta.
” Non farebbe male a una mosca!” è già qualcosa in un mondo dove le lacrime vengono soprattutto dal male che ci facciamo gli uni gli altri.
“Non farebbe male a una mosca!” è sicuramente importante poiché non fare del male è un’urgenza in questo mondo.
Soltanto che il male che uno non fa non è ancora il bene che uno dovrebbe fare. Per giudicare la mia vita, Dio non farà sfilare le mosche alle quali io non avrò fatto del male; egli guarderà invece agli uomini che potranno dire di me: “Quello lì mi ha fatto del bene!”.
Conterà forse le mosche che non avrò fatto perire; ma conterà sicuramente gli uomini che avrò aiutato a vivere.
da Minute oecuménique, Philippe Zeissig