Che cosa si intende per profetismo biblico?
«Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l’universo» (Eb 1:1-2). Che cos’è il profetiamo biblico? Una delle caratteristiche fondamentali della Bibbia, Parola di Dio, è la profezia. Il profeta è colui che riceve da Dio un messaggio, una conoscenza, un’informazione da comunicare al popolo. Egli è dunque l’intermediario, il mediatore tra Dio e gli uomini. Secondo i racconti biblici, il messaggio giungeva al profeta attraverso un’esperienza definita a volte come “visione” o come “sogno”. “Se v’è tra voi alcun profeta, io, l’Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno” (Num 12:6). La caratteristica essenziale di queste esperienze emerge dai diversi racconti fornitici da profeti come Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. In ogni caso, il profeta riceveva il messaggio attraverso un’esperienza intima e precisa. La visione o il sogno costituivano un evento specifico. Il loro avvenimento poteva essere collocato nel tempo e nello spazio. La prima visione di Ezechiele, ad esempio, avvenne “l’anno trentesimo, il quinto giorno del quarto mese […], essendo presso al fiume Kebar, fra quelli ch’erano stati menati in cattività” (Ez 1:1). Anche il contenuto dei loro messaggi era ben preciso. Non si trattava di una convinzione che si sviluppava nell’animo del Profeta, non sorgeva gradual¬mente durante un lungo periodo. Né si trattava di una vaga impressione nella mente del profeta. Invece, il contenuto era vivido e preciso. I profeti stessi non arrivavano neppure sempre a comprendere il significato di ciò che vedevano e udivano (cfr. Dn 8:27), ma comprendevano sempre molto bene il significato dell’esperienza in sé. Un’altra caratteristica importante dell’esperienza profetica, è il fatto che essa includeva un incontro con il potere divino. I profeti erano assolutamente certi della fonte dei loro messaggi. Essi non li attribuirono mai a una fonte di origine sconosciuta. Non avevano alcun dubbio sul fatto che Dio stesse comunicando con loro. Essi condannavano quindi altri che “profetavano di loro senno” (Ez 13:17). ? importante notare che i Profeti non perdevano la coscienza di sé du¬rante queste esperienze. Al contrario, essi diventavano più consapevoli di chi e di dove erano. Abacuc, in una delle sue visioni (1:13), pose a Dio delle domande e Isaia si sentì terribilmente impuro vedendo la gloria di Dio (6:5). Si vede dunque come la personalità dei profeti non fosse soppressa quando il Signore entrava in contatto con essi. Queste caratteristiche ci impediscono di considerare l’esperienza dei Profeti come una forma di misticismo o di estasi. Le loro visioni giungevano sia che lo desiderassero o no e non dovevano prepararsi per averle, né fisicamente né mentalmente. Il ricevere una visione non aveva mai in sé il suo fine ma costituiva il mezzo per raggiungere un fine diverso. Il suo scopo era compiuto solo quando il Profeta comunicava il messag¬gio ricevuto all’uditorio cui era destinato. «Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona;i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno» (Atti 2: 17-18). Pensi che il Signore possa servirsi anche di te?
Past. Francesco Zenzale
Esistono dei manoscritti originali della bibbia?
Alcuni farisei, tra la folla, gli dissero: «Maestro, sgrida i tuoi discepoli!». Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno» (Lc 19:39-40). Esiste oggi qualche manoscritto originale della Bibbia? No! Nessuno, come non esistono quelli di Omero o di Pindaro, di Cesare o di Cicerone. Per quanto ne sappiamo, tutti questi documenti di valore inestimabile sono andati smarriti da lungo tempo. Probabilmente si sono dissolti in polvere già molti secoli fa. Per fortuna in quei tempi molto lontani, degli uomini pii ne compresero l’importanza e li copiarono. Poi, con il passare dei secoli, furono copiati moltissime volte e oggi, nei grandi musei e nelle biblioteche del mondo, si conservano in gran numero questi documenti antichi o parti di essi. Quasi sempre il lavoro di copiatura veniva eseguito con una cura così meticolosa che le differenze dovute a errori di trascrizione, differenze rilevabili a un confronto tra le copie, sono così lievi da non incidere sul significato del testo. È interessante ricordare che intorno all’anno 500 d.C. un gruppo di sapienti israeliti, i Massoreti, si assunse il compito di garantire la trasmissione esatta dal testo dell’Antico Testamento alle generazioni future. Questi studiosi stabilirono delle regole precise che tutti i copisti avrebbero dovuto seguire da quel tempo in poi. Nessuna parola, nessuna lettera doveva essere scritta a memoria. L’amanuense doveva considerare attentamente ogni parola, e leggerla ad alta voce prima di trascriverla. Si doveva perfino contare le parole e le lettere di ogni periodo, e se queste non corrispondevano a quelle del testo che il copista aveva sott’occhio, il lavoro veniva scartato e si ricominciava daccapo. Grazie alla preoccupazione degli studiosi moderni di ricostruire il più fedelmente possibile il testo originale, ogni manoscritto biblico scoperto nel tempo presente viene studiato con paziente abilità. Di qui l’entusiasmo straordinario che suscitò nel 1947 la notizia del ritrovamento di un numero notevole di antichissimi manoscritti in una caverna nei pressi del mar Morto (rotoli di Qumran). Questo interesse si accrebbe ancora quando gli studiosi annunciarono che i rotoli di Isaia e di altri autori dell’Antico Testamento, da poco scoperti, erano di parecchi secoli più antichi di qualunque manoscritto trovato in precedenza, risalendo probabilmente al secondo secolo a.C. Quindi i manoscritti più antichi che si conoscono, cioè le copie di alcuni libri dell’Antico Testamento, risalgono a poco più di un centinaio di anni prima di Cristo. Anche del Nuovo Testamento non si conosce alcun documento originale. L’Evangelo autografo di Giovanni varrebbe oggigiorno un regno, ma nessuno sa dove sia. È probabile che sia finito bruciato durante una delle feroci persecuzioni subite dalla chiesa. Provvidenzialmente dei cristiani devoti fecero numerosissime copie dei libri del Nuovo Testamento, delle quali circa 4.500 sono custodite nei musei e nelle biblioteche di molti paesi del mondo. Il più antico manoscritto di tutto il Nuovo Testamento è un minuscolo frammento che si trova nella biblioteca di John Rylands, a Manchester, Inghilterra. Si tratta di un testo incompleto del vangelo di Giovanni (18:31- 33,37,38), che misura solo cm 6,2×8,7. Fu scritto in Egitto durante la prima metà del secondo secolo, a meno di cinquant’anni dalla morte dell’autore.
(Di Giuseppe Marrazzo).
Qual è il significato della frase «Ogni Scrittura è ispirata da Dio»?
«Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2Tm 3:16-17). Ispirazione non significa dettatura (con dettatura s’intende che gli scrittori erano strumenti passivi e le loro facoltà non avevano nessuna parte nella registrazione del materiale), per quanto sia vero che certe parti delle Scritture sono state dettate, ad esempio: i Dieci Comandamenti e il Padre Nostro. La stessa parola ispirazione esclude un’azione puramente meccanica e l’azione meccanica esclude l’ispirazione. Infatti, sta scritto che “nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pt 1:21). Alcuni studiosi sostengo che la Bibbia è solo parzialmente ispirata, gli scrittori sarebbero stati preservati per quanto riguarda la salvezza, ma non per quanto riguarda la storia, la scienza, la cronologia ed altro. Pertanto, secondo questa teoria, sarebbe più corretto affermare che «la Bibbia contiene la parola di Dio» piuttosto che «la Bibbia è parola di Dio». Questa teoria c’immerge in un mare d’incertezze, perché chi può correttamente giudicare ciò che è e ciò che non è essenziale alla salvezza? Dov’è l’autorità infallibile che decida quale parte della Bibbia è Parola di Dio e quale no? E se la storia narrata dalla Bibbia è falsa, allora la dottrina non può essere vera, perché la dottrina biblica è fondata sulla storia biblica. Infatti, le Scritture stesse, si attribuiscono una completa ispirazione. Cristo e gli Apostoli applicarono il termine «Parola di Dio» all’intero Antico Testamento. Gesù non ha detto, rivolgendosi al Padre, «la Parola contiene la verità», ma «la tua parola è verità» (Gv 17:17). Pertanto, il credente è santificato nella Parola che è verità. Se la Bibbia Dio contiene la Parola di Dio, significa che essa è fallibile, quindi può indurre uomini e donne a giustificare i loro peccati davanti a Dio. Gesù ha affermato che la Parola di Dio è infallibile (Matteo 5:18), che la Scrittura non può essere annullata (Gv 10:35). Pertanto, la Parola di Dio non è una verità atemporale e disincarnata; è invece un messaggio o un appello rivolto agli uomini di fronte alle loro situazioni ai loro particolari problemi (Is 55: 10-11). Gli apostoli confermarono l’infallibilità della Bibbia: Eb 1:1,2; 1 Pt 1: 10,11; 2 Pt 1: 20,21. Tutti questi passi insegnano che l’ispirazione include l’accuratezza d’ogni parte dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento, cosicché la Bibbia è infallibile nel suo insieme e nelle sue singole parti e possiede un’autorità decisiva. In breve, la Bibbia chiama in giudizio l’uomo (Ap 22: 18,19), ma l’uomo non può mai citare la Bibbia in giudizio. L’intelligenza deve essere usata per comprendere il messaggio biblico e viverlo, ma non per ergersi a giudicare l’insegnamento chiaramente stabilito da Gesù e dagli apostoli (1Co 3: 11-14; Ef 2: 20-22). Accetti la Parola di Dio come unica regola di fede e condotta della tua vita?
Past. Francesco Zenzale
L’ispirazione della Bibbia: Parziale o completa?
«Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2Tm 3:16-17). Alcuni studiosi sostengo che la Bibbia è solo parzialmente ispirata, gli scrittori sarebbero stati preservati per quanto riguarda la salvezza, ma non per quanto riguarda la storia, la scienza, la cronologia ed altro. Pertanto, secondo questa teoria, sarebbe più corretto affermare che «la Bibbia contiene la parola di Dio» piuttosto che «la Bibbia è parola di Dio». Questa teoria c’immerge in un mare d’incertezze, perché chi può correttamente giudicare ciò che è e ciò che non è essenziale alla salvezza? Dov’è l’autorità infallibile che decida quale parte della Bibbia è Parola di Dio e quale no? E se la storia narrata dalla Bibbia è falsa, allora la dottrina non può essere vera, perché la dottrina biblica è fondata sulla storia biblica. Infatti, le Scritture stesse, si attribuiscono una completa ispirazione. Cristo e gli Apostoli applicarono il termine «Parola di Dio» all’intero Antico Testamento. Gesù non ha detto, rivolgendosi al Padre, «la Parola contiene la verità», ma «la tua parola è verità» (Gv 17:17). Pertanto, il credente è santificato nella Parola che è verità. Se la Bibbia Dio contiene la Parola di Dio, significa che essa è fallibile, quindi può indurre uomini e donne a giustificare i loro peccati davanti a Dio. Gesù ha affermato che la Parola di Dio è infallibile (Mt 5:18), che la Scrittura non può essere annullata (Gv 10:35). Pertanto, la Parola di Dio non è una verità atemporale e disincarnata; è invece un messaggio o un appello rivolto agli uomini di fronte alle loro situazioni ai loro particolari problemi (Is 55: 10-11). Gli apostoli confermarono l’infallibilità: Eb 1:1,2; 1 Pt 1: 10,11; 2 Pt 1: 20,21. Tutti questi passi insegnano che l’ispirazione include l’accuratezza d’ogni parte dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento, cosicché la Bibbia è infallibile nel suo insieme e nelle sue singole parti e possiede un’autorità decisiva. In breve, la Bibbia chiama in giudizio l’uomo (Ap 22: 18,19), ma l’uomo non può mai citare la Bibbia in giudizio. L’intelligenza deve essere usata per comprendere il messaggio biblico e viverlo, ma non per ergersi a giudicare l’insegnamento chiaramente stabilito da Gesù e dagli apostoli (1Co 3: 11-14; Ef 2: 20-22). Accetti la Parola di Dio come unica regola di fede e condotta della tua vita?
Past. Francesco Zenzale
Perché la Bibbia?
«Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai» (Giosuè 1:8). Perché la bibbia? Caro amico, aprendo la Bibbia con umiltà, troverai parole ispirate e straripanti consolazioni. Ecco cosa scrive l’apostolo Pietro: «Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori» (2Pt 1:19). Il supremo desiderio di Dio per te, è che se tu accetti la Bibbia col sincero desiderio di cercare luce per sgombrare l’oscurità che è in te, coglierai la sublime conoscenza di suo Figlio Gesù Cristo. Gesù stesso disse: «Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me» (Gv 5: 39). E, ancora: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8:31-32). Le pagine della Bibbia sono inondate della vita di Cristo, hanno il proposito di svegliare la tua fede in Gesù, affinché credendo in lui, tu possa avere vita eterna: «ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome» (Gv 20:31). Volendo Dio darti l’evidenza assoluta che egli è al timone della storia, vari secoli ha scelto degli uomini, offrendo loro una rivelazione diretta, ispirandoli nella conoscenza della sua volontà. Così li orientò nel compito di scrivere nel nostro proprio linguaggio le meravigliose e millenarie profezie che saranno per te una luce orientativa; immortali insegnamenti pieni di saggezza il cui compimento producono benessere; i suoi sovrani principi morale e di valore eterno, costituiscono un ammirabile programma affinché la tua esistenza sia utile e felice; e leggi che dirigono la tua vita per governare le relazioni tra te ed i tuoi simili e la tua relazione con Dio; leggi immutabili che sono il fondamento dell’ordine, l’armonia e la pace. Le sacre Scritture sono la “torcia” dell’umanità. Questo libro ti porta alla luce, Gesù Cristo, in mezzo all’oscurità e la confusione che avvolgono al mondo. La Bibbia è la norma di fede e di condotta per il cristiano. È la norma decisiva della verità, e base della nostra sicurezza. Con la conoscenza e la pratica delle verità redentrici contenute nelle sue pagine, tu trovi il modo sicuro di liberarti delle tue paure e di intraprendere la tua marcia verso il futuro senza ombra che si aspetta, del quale potrai comunicare se ti prepari obbedendo alla volontà di Dio, rivelata nel Santa Bibbia. Dio ti parla! Ascoltalo e vivrai!
Past. Francesco Zenzale