Francesco Zenzale – Questa interessante e simbolica unità di tempo, corrispondente a 1.260 anni, è segnalata anche in Daniele 12:7, ma soprattutto da Giovanni nell’Apocalisse, nella variante di “42 mesi” (12:6), di “un tempo, dei tempi e la metà di un tempo” (12:13) e infine nella forma di «1.260 giorni» (Ap 13: 5).
Oltre a questa correlazione profetica, è possibile coglierne altre. Ad esempio, i santi perseguitati in Daniele coincidono con la “donna” e i “santi” perseguitati in Apocalisse (Dn 7:25; Ap 12:6,13; 13:5-7). Inoltre, è rilevante notare come la “bestia” di Apocalisse 13, corrisponda al corno blasfemo di Daniele 7. Essa sale dal mare come le quattro bestie di Daniele, riproducendo nella sua attività tutta la loro malvagità (Dn 7:2-7, 25; Ap 13:1-2). Ciò significa che Giovanni riprende la visione del corno blasfemo e la amplia con rilevanti particolari profetici.
In primo luogo, si evidenzia che questo potere, raffigurato dal corno e dalla bestia, agisce come delegato di Satana, il dragone o serpente antico (Ap 12). Esso è lo strumento attraverso il quale Satana è oggetto di culto (Ap 13:4). L’identificazione con il dragone è tale che essa stessa diventa oggetto di adorazione (Ap 13:8).
In secondo luogo, le parole arroganti dell’empio corno di Daniele, in Apocalisse, acquistano una valenza impressionante: “Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo” (Ap 13:6).
In terzo luogo, la sua perfida azione non è rivolta solo ai figli di Dio. Il testo riferisci “che le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione” (Ap 13:7).
In quarto luogo, il periodo di tempo in cui il nostro arrogante corno agisce con spudoratezza nei confronti di Dio e dei suoi figli, costituisce solo una prima fase. Infatti, Giovanni precisa che dopo la ferita mortale, si presenta all’umanità come se fosse risuscitata. L’impatto sarà tale “che la terra intera presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia” (Ap 13:3). Ciò significa che una volta guarita estenderà la sua supremazia a livello globale, al punto che “l’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato” (v. 8).
Infine, in considerazione che l’undicesimo corno sorge dopo la divisione dell’Impero romano, a causa delle invasioni barbariche (Dn 7: 8, 24), è dunque logico ritenere che questo periodo profetico (1.260 anni) copra lo spazio temporale del Medio Evo e si concluda nel XVIII secolo, per poi proseguire sino la fine dei tempi.
Concludendo, osserviamo che il movimento di tutti coloro che subiscono il suo fascino passa dall’ammirazione all’adorazione. In tal senso, a proposito dell’uomo del peccato, l’apostolo Paolo scriveva: “Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio” (2 Tess 2: 3-4).
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