Skip to content Skip to footer

Daniele in breve. Lo voglio!

Francesco Zenzale – “Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: ‘Non erano tre, gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?’. Quelli risposero e dissero al re: ‘Certo, o re!’. ‘Eppure’, disse ancora il re, ‘io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l’aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi’. Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: ‘Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!’. E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco” (Dn 3:24-26).

Quante volte abbiamo desiderato ricevere una risposta affermativa da parte di Dio alle nostre sofferte e spossanti preghiere! “Lo voglio!”. Il lebbroso guarisce, il paralitico prende il suo lettuccio e cammina, il cieco recupera la vista, il figlio della vedova di Nain riabbraccia suo figlio. Gli amici di Daniele escono dalla fornace ardente consapevoli di essere vivi e di non essere stati soli mentre erano avvolti dalle fiamme.

“Lo voglio!”. Vi confesso che anch’io vorrei che il Signore si manifestasse nella mia vita in termini così risoluti, dicendomi: “Lo voglio! Non tornare più in ospedale per la dialisi”.

Credo che tutti, credenti e non, vorrebbero in qualche modo prendere il proprio “lettuccio” e camminare leggiadri nello spazio e nel tempo della vita. Ma non è così!

La fornace ci consuma, ci rende incapaci di lottare, avvertiamo un sentimento di impotenza, di estrema fragilità e recliniamo il capo in segno di resa, soli e avvolti da cupi pensieri. Eppure non siamo soli! Nel torrido luogo della nostra vita c’è il “figlio degli dèi”. Anche lui, dal Getsemani fino al Calvario desiderava trascendere quella orrenda morte. Aveva pregato intensamente il Padre affinché quell’amaro calice passasse oltre. Nessuna risposta affermativa! Solo la dolce compagnia di un angelo che nel confortarlo gli indica la strada che doveva percorrere per salvare l’umanità (Lc 22:43).

Lo voglio! E “un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra” (Mt 28:2). Quel Gesù che tutti davano per sconfitto, morto e sepolto, che apparentemente aveva deluso ogni speranza, è vivo, “non è qui, perché è risuscitato” (Mt 28:6).

Verrà il giorno in cui anche noi usciremo dalla fornace arroventata di questa vita e sicuramente non sarà un re pagano a invitarci a uscire, ma il Re dei re (Ap 19:16): Gesù Cristo, il Salvatore. “Allora, si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto” (Is 35:5-6). Allora la “tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati” (1 Cor 15:52).

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it