Francesco Zenzale
La grazia di Dio è a disposizione di tutti gratuitamente, indipendentemente dalle differenze etniche, sociali, razziali, di sesso, nazionali o tribali. Queste sono solo classificazioni umane. Cristo venne per distruggere barriere e divisioni che separano i suoi figli da Dio e fra di loro. Venne per riavvicinare l’umanità a Dio e per stabilire un nuovo ordine in cui i popoli vivano in pace e armonia quando scelgono di essere trasformati dalla sua grazia.
Dio non fa distinzione tra di noi, perché ci accetta così come siamo. “Qui non c’è greco o giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti” (Col 3:11). Questo significa che non c’è maschio o femmina, giudeo o gentile (o palestinese), zulu o xhosa, serbo o croato, hutu o tutsi, bianco o aborigeno, nero o bianco, ma tutti siamo uno davanti a Dio (Gal 3:28). La Bibbia è ricca di promesse che ci danno la sicurezza che la grazia di Dio porta salvezza, speranza e vita, se solo ci avviciniamo a lui. Non ci sono limiti a quello che essa può fare per trasformarci. Quando facciamo l’esperienza della grazia sovrabbondante nella nostra vita, ne consegue naturalmente la trasformazione del nostro carattere. Questo a sua volta ci porta ad accettarci reciprocamente e al desiderio di vivere insieme come figli di Dio. Ogni secondo fine, pregiudizio o discriminazione – cose che fanno parte della natura del peccato – saranno trasformati dalla meravigliosa grazia di Cristo. Questa è la prova pratica e visibile della grazia sovrabbondante che Dio riserva alla nostra società. Il mondo non può comprenderla, ma alla fine se ne stupirà. Il piano originale di Dio comprendeva una comunicazione diretta con gli esseri creati, in un ambiente nel quale essi avrebbero goduto in eterno della sua compagnia. Ma questa situazione fu temporaneamente interrotta dall’intrusione del peccato. La Bibbia impiega il simbolo degli angeli (messaggeri) ai quali è affidato il compito di proclamare il piano della salvezza a ogni nazione, tribù, lingua e popolo (Ap 14:6,7). La verità che ne è veicolata è chiara: Dio invita ciascuno a far parte del suo regno indipendentemente dalle differenze etniche, razziali, sessuali, sociali, nazionali o tribali.